Burocrazia infinita
Da Barcellona a Bari l'odissea per un passaporto: in lista d'attesa da mesi
«In Spagna si sono dimenticati di me, ora chiedo aiuto alla mia città»
Barcellona chiama Bari, quando le procedure per il rinnovo di un passaporto si trasformano in una «odisea» (traduzione in spagnolo). Per lavoro, per scelta, per gusto: gli italiani (ed i baresi) all'estero sono davvero tantissimi, spesso alla ricerca di condizioni migliori rispetto a quelle italiane. Ma per chi fra questi ha la necessità di postarsi spesso da una nazione all’altra, il passaporto è un documento essenziale. I cittadini italiani possono presentare richiesta di rilascio (o rinnovo) del passaporto presso un qualsiasi ufficio emittente (ambasciata, consolato, questura, comune, commissariato) sia in Italia sia all'estero. Sull’Italia si è però abbattuta una tempesta perfetta per colpa della combinazione di Brexit e Covid che sta investendo anche i consolati italiani, come testimonia una emigrata barese che da 15 anni vive in Spagna.
«Sono originaria di Bari ma risiedo in un piccola cittadina della Catalogna. Scrivo alla “Gazzetta” - spiega nella sua email - per descrivere i problemi che sto affrontando con il consolato italiano a Barcellona. Sono hostess di volo - prosegue - e per ovvie ragioni ho bisogno di quel documento valido almeno 6 mesi prima della sua scadenza. Ho iniziato la mia pratica lo scorso settembre in Spagna e anocra oggi non ho ancora ricevuto la data dell'appuntamento per il rinnovo. Costretta dall’urgenza di trovare in tempi rapidissimi una soluzione sono stata costretta a chiedere un appuntamento alla Questura di Bari. Ho affrontato un aggravio di spesa - si lamenta - per il viaggio che mi ha riportato nella mia città e ho dovuto rinunciare ad alcune giornate di lavoro con una considerevole perdita economica. Alla Questura di Bari hanno subito accolto con urgenza la mia richiesta. Ora però è sorto un nuovo intoppo che la dice lunga sulla considerazione e sul trattamento riservato dagli italiani che vivono in un’altra nazione. Essendo io iscritta all’Anagrafe Italiana Residenti all'Estero - spiega la hostess - la Questura di Bari, come prevede il regolamento ha chiesto il nulla osta al consolato di Barcellona dove però il responsabile delle autorizzazioni è fuori servizio per una malattia che si teme possa essere lunga. Non c’è un incaricato in grado di sostituirlo. La pratica è stata congelata. A Bari ho trovato comprensione e una burocrazia efficiente. Non sono la sola, chi si trova in una condizione di necessità reale viene aiutati. Eppure sono costretta ancora ad aspettare. Senza passaporto non posso lavorare e non vengo retribuita. Noi italiani all’esterno non abbiamo neanche la figura del difensore civico, per questo c'è una proposta di legge da dicembre, ma sembra che sia tutto fermo».