BARI - Due corone di fiori, una per gli adulti e una per i bambini. Questa mattina sono state depositate nel mare di Bari per ricordare le oltre 70 donne, bambini e giovani uomini che pochi giorni fa hanno perso la vita a pochi metri dalla spiaggia di Cutro, nel tentativo di raggiungere il nostro Paese. La cerimonia è stata organizzata sul molo San Nicola del capoluogo pugliese dalla Cgil Bari alla presenza, fra gli altri, della segretaria provinciale del sindacato, Gigia Bucci, e del sindaco di Bari, Antonio Decaro. Alla cerimonia ha preso parte anche una delegazione di migranti ospitati nel Cara di Bari-Palese e dell’Anpi. «Le persone sono simboli di democrazia e anti fascismo - ha detto Bucci poco prima che i fiori prendessero il mare -. Oggi vogliamo essere vicini alle vittime, alle loro famiglie e anche alle donne di Cutro». Durante la cerimonia alcuni migranti hanno letto poesie e intonato canti nelle loro lingue di origine, poi sono stati liberati in cielo alcuni palloncini bianchi dedicati a chi ha perso la vita nel naufragio.
«Non è possibile affrontare il problema migratorio con logiche di sovranità nazionale o di sicurezza. Con questo presidio diciamo basta agli slogan elettorali della destra, a frasi come 'fermiamo l’invasionè». Lo ha detto la segretaria generale della Cgil Bari, Gigia Bucci, durante la cerimonia organizzata questa mattina a Bari dal sindacato in ricordo delle oltre 70 vittime del naufragio di Cutro. «Noi - ha aggiunto - diciamo 'aprite i portì e anche 'restiamo umanì. Diciamo anche 'Ius solì perché se i diritti sono solo di alcuni diventano privilegi».
«Ci uniamo a tutti quelli che - ha detto ancora - in queste ore stanno chiedendo le dimissioni del ministro dell’Interno Piantedosi. Le parole che ha pronunciato sono indegne». «I migranti non viaggiano per piacere o per vacanza come fa il ministro, viaggiano perché hanno paura di morire nei loro Paesi. Noi abbiamo il dovere di salvarli e loro hanno il diritto di essere salvati». «Le dichiarazioni di Piantedosi - ha detto Bucci - sono state usate per giustificare il mancato soccorso. Sono parole che tante volte abbiamo sentito pronunciare per giustificare chi violenta le donne». «Questa - ha precisato - è la deriva del pensiero di destra maschilista e patriarcale, che addossa la colpa sulle vittime». Per questo, secondo Bucci, «le parole di Piantedosi sono indegne, inaccettabili einadeguate per una persona che fa il ministro della nostra Repubblica».
«Il fascismo che temiamo - ha proseguito - non è quello delle camicie nere o degli scalmanati che inneggiano al Duce. Il fascismo che temiamo è quello che si nutre dell’indifferenza anche di fronte a questa strage». Bucci ha invitato infine a dedicare la Festa della donna anche alle «madri e figlie di Cutro che con semplici parole ci hanno ricordato la nostra Costituzione, chiedendo scusa perché non siamo stati in grado di proteggere quelle persone».
«Davanti al dramma umano che abbiamo vissuto in questi giorni, davanti al dolore, sarebbe facile venire qui e scaricare la colpa su qualcuno. Non lo farò perché non mi sento assolto neanche io per il solo fatto che non sia successo nella mia città e non ne ho una specifica competenza». Lo ha detto il sindaco di Bari, e presidente dell’Anci, Antonio Decaro a margine della cerimonia organizzata questa mattina da Cgil Bari in ricordo delle oltre 70 vittime del naufragio di Cutro. «Le colpe - ha aggiunto - le stabilirà la magistratura, ma noi oggi siamo qui in maniera simbolica per ricordare ciò che è accaduto: sono morte donne, bambini e giovani uomini che stavano facendo quello che accade da sempre, cioè muoversi per sopravvivere».
Decaro ha ricordato che «il mare per noi ha sempre rappresentato un’opportunità, fortuna e ricchezza per la nostra città. Per questo non abbiamo mai avuto paura né di queste acque né dei suoi margini, che non abbiamo mai considerato confini ma una sorta di frontiera aperta a tutti».
«Oggi la politica deve dare risposte, deve riflettere in silenzio per rispetto nei confronti delle persone che hanno perso la vita e dei loro familiari, ma anche rispetto al fatto che non siamo riusciti a dare una risposta a questo tema globale». Lo ha detto il sindaco di Bari e presidente dell’Anci, Antonio Decaro a margine della cerimonia organizzata questa mattina da Cgil Bari in ricordo delle oltre 70 vittime del naufragio di Cutro.
«C'è una responsabilità della quale ci dobbiamo fare carico tutti guardando quelle bare - ha aggiunto - e credo che lo dobbiamo fare in silenzio come hanno fatto i sindaci dei paesi vicino Cutro, inginocchiandosi davanti a quelle bare, e come ha fatto il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che da solo è entrato all’interno di quella chiesa con le bare per terra». «Dobbiamo riflettere su ciò che è accaduto senza distinzioni - ha detto Decaro - perché credo che tutti noi siamo colpevoli per quello che abbiamo fatto e per quello che non abbiamo fatto. Quindi a nome della mia città chiedo a quelle persone che non ci sono più e alle loro famiglie di perdonarci».
«Il governo - ha proseguito rispondendo ad una domanda sulle parole del ministro Piantedosi - è la prima articolazione che deve cercare di dare una risposta insieme agli altri Paesi europei». «Il fenomeno migratorio ci vede coinvolti tutti - ha concluso - dagli amministratori locali a chi ha la responsabilità del governo di questo Paese».