Caro energia

Luci spente nei negozi: la protesta di Bitetto contro il caro bollette

Leo Maggio

L‘iniziativa è partita dalla Rete e lanciata sui social. Solidarietà del sindaco

BITETTO - L’autunno caldo inizia «a luci spente». Si chiama così l’iniziativa dei commercianti e ristoratori del paese che, nelle ultime sere, hanno deciso di manifestare il loro deciso «no» al caro bollette spegnendo le luci di insegne, vetrine e negozi. «Solidale con loro», il commento della sindaca Fiorenza Pascazio.

Da un lato l’aumento incontrollato dei costi delle materie prime e dell’energia, dall’altro tasse e bollette da pagare insieme alla necessità di aumentare anche i prezzi nel tentativo di reggere l’onda d’urto della crisi in arrivo. «La situazione non è semplice - denunciano i commercianti - si rischia un lungo inverno di cui molti di noi forse non riusciranno nemmeno a vedere la fine. Il tutto dopo mesi difficili, di mancati incassi e chiusure forzate a causa della pandemia».

Secondo esercenti e ristoratori, infatti, tutti i pagamenti relativi al 2020 e sospesi a causa del covid si sono concentrati in questo periodo: «cartelle esattoriali di vario e genere e anche tasse locali come quella sui rifiuti - spiegano - a questo si aggiunga che lo Stato chiede di incassare i contribuiti, l’Iva, l’acconto Iva e le tasse sul reddito - proseguono gli esercenti - l’aumento delle materie prime sta facendo il resto».

La protesta è partita dalla rete, con un tam tam mediatico lanciato dai profili social dell’imprenditore locale Luigi Fanfulla e diventato virale in poco tempo grazie alla campagna a sostegno del commercio locale avviata dalla pagina di informazione locale Senza Rete, «siamo vicini alle tematiche sociali ed economiche del paese» spiega Saverio Ricci, il responsabile della pagina social.

Luigi Fanfulla è stato il primo a spegnere le luci del suo negozio e a coinvolgere nella protesta gli altri negozianti. «Il caro bollette non farà altro che peggiorare la situazione già da quest’autunno - spiega Fanfulla - sia per le famiglie, sia per le imprese. Credo sia necessario iniziare pensare in maniera collettiva, solo unendoci possiamo ottenere qualcosa».

Così, nelle ultime due sere, decine e decine di commercianti hanno aderito all’iniziativa, spegnendo le luci di negozi, vetrine e insegne luminose lasciando il paese al buio. «Se i negozi spengono le luci è un intero paese che si spegne» il commento di un anziano signore davanti alla vetrina spenta di un negozio. Iniziativa condivisa anche da tanti privati che hanno deciso di sostenere gli esercenti spegnendo le luci delle abitazioni.

I social hanno poi fatto il resto, con la pubblicazione in rete delle foto dei negozi al buio e la protesta diventata virale a colpi di like e di condivisioni. I commercianti annunciano, intanto, nuove azioni di protesta per i prossimi giorni. «Non vogliamo elemosine vogliamo solo lavorare, pagare il giusto e non essere vittime di questa enorme bolla speculativa - concludono - oggi però rischiamo di chiudere le aziende di famiglia, frutto di tanti sacrifici dei nostri genitori, è una vergogna».

Anche la sindaca Fiorenza Pascazio si schiera con commercianti e ristoratori: «Sono assolutamente solidale con tutti loro - spiega la sindaca - le attività, come gli stessi Enti locali, si trovano davanti ad uno scenario davvero difficile da affrontare. E se la questione non avrà la priorità assoluta da parte del Governo, con soluzioni concrete e rapide, sono davvero preoccupata che in tanti non ce la faranno». Aumenti che rischiano anche di travolgere i bilanci del Palazzo Comunale. «Insieme a tutti i sindaci sono preoccupata per la tenuta della gestione dei servizi comunali - conclude la Pascazio - qui sta aumentando tutto. Dalle bollette agli adeguamenti contrattuali, le basi di gara degli appalti non collimano più con i finanziamenti e i progetti. L’elenco è lungo».

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