Il paradosso

Reparti semivuoti, ma nel Barese i malati no-Covid ricoverati al Pronto Soccorso

Flavio Campanella

Senza riconversione i presìdi non possono accettare pazienti con altre patologie

La buona notizia è la conferma della bassissima percentuale di ricoveri nella rete Covid. Negli ospedali della Asl il tasso di occupazione nelle Terapie intensive è ampiamente sotto la soglia critica (1 su 4 al San Paolo, 2 su 8 a Putignano, 4 su 16 ad Altamura), così come nelle Subintensive (7 su 15 a Putignano, 0 su 16 ad Altamura, dove ormai è stata dismessa) e sostanzialmente sotto il 10% nelle aree mediche (attivi ormai quasi esclusivamente i reparti di malattie infettive). Le poche degenze nelle aree critiche, peraltro, sono perlopiù retaggio del passato (a causa dei tempi spesso lunghi del recupero) e adesso avranno la Fiera come destinazione. Del resto, ormai gli arrivi ai Pronto soccorso di persone che necessitano di ricovero per Covid si contano sulle dita d'una mano in ogni presidio. Semmai ora la questione è riconvertire i presidi prima possibile per dare assistenza ai malati affetti dalle altre patologie. Al San Paolo, ad esempio, dopo aver dimesso tutti gli altri pazienti infettati dal virus, hanno spostato in sala operatoria l’unico ricoverato (ora negativo) che necessita di terapia intensiva per dare il via alla bonifica (durerà 4-5 giorni) e voltare pagina riconsegnando all'ordinario 82 posti letto. «In 6 mesi e mezzo abbiamo avuto 202 ricoverati in Rianimazione con una sopravvivenza del 10-15%. Nell’ultimo mese siamo riusciti a salvare qualcuno in più rispetto alle previsioni».

Ad Altamura e a Putignano la situazione è più complessa. Al Perinei non sanno come gestire i no Covid. La struttura resta ancora a disposizione per eventuali arrivi di pazienti colpiti dal virus (72 le postazioni destinate all’emergenza) con la paradossale conseguenza di non poter soddisfare la rilevante richiesta di assistenza e cura del territorio. «Un ospedale grande come il nostro - affermano dai reparti - non può avere meno di 50 posti letto tra le varie specialità no Covid. Nel reparto di Medicina ce ne sono solo 4, ma dovrebbero essere 20; in Cardiologia 5, anziché 15, compresa l’unità coronarica; in Nefrologia 6, ma la potenzialità è di 10, con la penuria di organico che c’è; in Neurologia 8, così come in Chirurgia, dove l’offerta dovrebbe essere almeno doppia. Al di là del fatto che siamo sotto organico in molte unità operative, il target Covid ci condiziona molto. Deve essere rimodulato, viste le enormi esigenze. Insomma, non ha senso avere reparti Covid se poi ci sono 15 pazienti al Pronto soccorso in attesa di ricovero per malattie che niente hanno a che fare col Sars-CoV-2».

A Putignano la situazione è simile. È occupato solo un quarto dei posti letto (in totale 82), rispetto alle capacità del presidio, ancora dedicato ai pazienti Covid. «Bisognerà decidere in fretta cosa fare - afferma Enrico Lauta, che ha concluso l’esperienza da coordinatore Covid per ritornare a svolgere le funzioni di responsabile del Centro malattie rare -. Anche perché, nell’ottica della riorganizzazione di un presidio strategico per la posizione che occupa, è improcrastinabile prevedere lavori che consentano la creazione di un doppio percorso sia al Pronto soccorso sia a Radiologia per permettere l’accesso a pazienti Covid e no Covid. Si deciderà, immagino presto, in base alle indicazioni che arriveranno dalla Regione. Si tenga conto che noi, escludendo gli accessi Covid, abbiamo attualmente un punto di primo intervento soltanto per codici bianchi o verdi. In definitiva, non possiamo essere No Covid senza che vi siano cambiamenti. Ecco perché attualmente c’è una sottoutilizzazione con tre quarti dei posti letto vuoti».

Nel frattempo, sia il Miulli (ormai operativa l’area medica, si attendono le dimissioni di 3 pazienti ricoverati in Intensiva e 5 in Subintensiva per chiudere il capitolo) sia il Policlinico stanno ultimando la riorganizzazione. Come anticipato dalla Gazzetta, resta (almeno per ora) un avamposto di Rianimazione Covid al piano terra di Asclepios (dove ci sono cinque pazienti), cui si aggiungono i posti di malattie infettive (attualmente ci sono 17 ricoverati), mentre sono in corso i lavori di sanitizzazione per la riattivazione di circa 100 posti in area medica da dedicare ai pazienti no Covid: al Balestrazzi e al D’Agostino sono in corso le operazioni di pulizia. Per il resto (ripristinati anche 16 posti di Rianimazione no Covid nella palazzina Brienza), le aree critiche Covid rimarranno in Fiera (potenziali 152 posti): al momento i malati ricoverati, tra Terapia intensiva e Subintensiva, sono 27.

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