Musica
Il «Coraçao Vagabundo» di Guido e Francesca Di Leone
Repertorio brasiliano e qualche divagazione nell'ultimo lavoro della coppia
Bari - A poco più di un anno dall’uscita di «Tudo Em Bossa Nova», la coppia barese di Francesca Leone e Guido Di Leone licenzia un nuovo album continuando a sondare l’immenso repertorio della musica brasiliana, ma concedendosi anche qualche preziosa divagazione nel repertorio degli standard americani e persino della canzone napoletana. «Coraçao Vagabundo» – dall’omonimo brano di Caetano Veloso – è il titolo di questo cd che esce per i tipi dell’etichetta discografica «Abeat Records» e
che, insieme con il duo di voce e chitarra, si arricchisce in alcuni brani anche dell’intervento del Trio Corrente con Fabio Torres al pianoforte e i brasiliani Paulo Paulelli al contrabbasso ed Edu Ribeiro alla batteria.
Da sempre tra i punti cardinali che orientano le scelte artistiche di Francesca Leone, il Brasile viene qui declinato con scelte in gran parte poco sfruttate, come ad esempio gli iniziali «Rio» e «O Telefone» di Roberto Menescal – tra i pionieri della bossanova – o «Dans Mon Ile» del franco-latino Henri Salvador. Titoli storici che vengono bilanciati da composizioni per così dire più moderne, come ad esempio la title track e «Desde Que O Samba», entrambe a firma di Veloso o «Flor de Lis» di Djavan, per non dire ovviamente di Tom Jobim, autore immancabile in ogni avventura musicale brasiliana che si rispetti e che qui viene omaggiato con «A Felicidade», «Retrato Em Branco e Preto», «Anos Dourados» e lo storico «Chega de Saudade». Chiude la galleria brasileira il delicato «Accendi una luna nel cielo», frutto della collaborazione che, a metà degli Anni Settanta, vide la nostra Ornella Vanoni incontrarsi in studio con il chitarrista Toquinho e «o poetinha» Vinicius De Moraes per l’album «La voglia, la pazzia, l’incoscienza, l’allegria».
Ma appunto, il disco volge lo sguardo anche ad altri repertori regalando agli ascoltatori delle raffinatissime interpretazioni come quella di «Laura» di David Raksin e Johnny Mercer, che la coppia dedica alla propria bambina. Il repertorio napoletano – ma con un Dna in parte anche… pugliese – rivive nel classico «Tu si’ ‘na cosa grande» del nostro Domenico Modugno, che qui assume il rango di una ballad jazzistica e incornicia assoli di tutto rispetto da parte di Torres al pianoforte e Paulelli al basso
elettrico.
Quando si parla di jazz, ovviamente, è inevitabile guardare all’immenso, inossidabile repertorio dei grandi standard d’Oltreoceano, che per l’occasione sono stati scelti e arrangiati con gusto: si va dallo swing delicato di «Old Devil Moon» a una versione brasilianeggiante di «Only Trust Your Heart» di Benny Carter e si prosegue poi col crepuscolare «Will Be Together Again» di Carl Fischer e con «My Ideal» di Richard Whiting. Completano la scaletta la sensualità del bolero «Sabor A Mì» del
messicano Alvaro Carrillo – canzone che negli Anni Sessanta entrò anche nel repertorio di Mina – e un bonus track con i cori Pentasamba e Pentawhite, registrato al concerto di Natale al Pentagramma di Bari.
Un album da ascoltare in tutta rilassatezza per gustare fino in fondo la voce delicata e suadente di Francesca Leone e la maestria di Guido Di Leone che suona per tutta la registrazione la chitarra acustica, confermandosi ormai un consumato maestro dello strumento.