nel Barese

Nuovo coprifuoco a Conversano, i giovani contro l'ordinanza: «Da dittatura»

Antonio Galizia

Obbligo agli under 16 di uscire di casa dalle 16 alle 20.30 solo se accompagnati dai genitori, alle 20.30 tutti a casa

Il coprifuoco ha riportato la città di Conversano, balzata agli onori della cronaca per l’obbligo imposto agli adolescenti sotto i 16 anni ad uscire dalle 16 alle 20,30 solo se accompagnati dai genitori, al silenzio delle settimane del lockdown. Alle 20,30 di sabato scorso è scattato, fino alle 5 di ieri domenica e per tutta la settimana, il divieto di spostamenti sul territorio comunale deciso dalla nuova ordinanza del sindaco Giuseppe Lovascio, volta a limitare l’improvvisa impennata di contagi da Coronavirus, a quanto pare in prevalente versione variante inglese. Quando scoccano le 20,30, le strade intorno a piazza Castello, nel centro, non sono ancora totalmente vuote. Passano un paio di bus, alcuni rider in sella alle loro bici e ai loro scooter. Di ragazzi accompagnati dai genitori nemmeno l’ombra. Non molto distante, al Vicciarolo, in piazza Aldo Moro, via Matteotti e via Divisione Acqui, le pattuglie della Polizia locale e dei Carabinieri verificano che tutti i locali siano chiusi. Nell’altra zona della movida, la frequentatissima via San Giacomo, a rompere il silenzio dell’inedito sabato sera, è il boato che proviene dal Pala San Giacomo: l’esultanza degli atleti e degli accompagnatori della locale squadra di pallamano saluta l’ennesima vittoria in campionato, contro il Bressanone, che avvicina il sogno tricolore.

Una gioia in una città che non fa registrare irregolarità, dove i camerieri hanno iniziato a ritirare sedie e tavolini già mezz’ora prima delle 20,30. In centro i dehors sono spenti. Bui e deserti l’anfiteatro Belvedere e Largo giovani per la Pace, chiusi con ordinanza. Prima dell’«ora X», la maggior parte dei locali è meno affollata del solito. «I clienti hanno paura e non mi sento di biasimarli. La situazione è grave», spiega il maestro Donato Fantasia, titolare dello storico Caffè Mediterraneo. «Certo, i numeri ci preoccupano. Noi rispettiamo le regole e andiamo a casa, non abbiamo molte alternative. Qualcuno afferma che è meglio il coprifuoco ora che un nuovo lockdown domani. Di certo c’è che noi esercenti abbiamo perso tanto e che le regole devono imparare a rispettarle tutti. I clienti e non solo loro devono comportarsi in una certa maniera, devono rispettare gli orari, indossare le mascherine e rispettare le distanze. Noi abbiamo compiuto enormi sforzi organizzativi ma la gente non l’ha capito: va educata, deve imparare ad agire con buon senso».

In un locale nel quartiere Arcobaleno, fra le ultime persone ad andar via due amiche sicuramente over 16 che, mentre finiscono i loro cocktail, definiscono «una dittatura» le restrizioni anti-Covid imposte a livello comunale: «Ce la godiamo fino all’ultimo, tanto abitiamo a pochi metri da qua». Poi, nel giro di un quarto d’ora, sul Largo della Corte, sulla frequentatissima rampa villa, la scalinata in pietra che costeggia Villa Garibaldi, cala il silenzio. A far rumore è invece la nuova protesta social contro l’ordinanza che ha colpito gli under 16 (fino a domenica 7 marzo potranno uscire dalle 16 alle 20,30 solo se accompagnati dai genitori o familiari maggiorenni), le scuole (un gruppo di genitori ha avviato una petizione per contestare «il ricorso alla Dad» negli istituti di ogni ordine e grado, chiusi con ordinanza sindacale) e coinvolto i titolari di ristoranti, bar e bracerie di Triggianello. «Conversano non ci sta più», sottolineano i volontari della Lada: non hanno gradito la decisione che impone «gli spostamenti con animali da affezione a partire dalle 20,30 fino alle 5, solamente in prossimità dell’abitazione». Intanto, i telefoni dei medici di famiglia, dei pediatri e della Asl sono bollenti. Non è stato ancora quantificato il numero dei conversanesi in quarantena, specialmente ragazzi in età scolare, che attendono con ansia la chiamata per il tampone molecolare. Mentre da domani, martedì 2 marzo, parte nel Pta (Presidio territoriale di assistenza) Florenzo Jaja, la campagna vaccinale riservata ai 600 operatori scolastici.

Privacy Policy Cookie Policy