BARI - Per difetti di notifiche è stata rinviata al 21 dicembre la prima udienza del processo sull'aggressione avvenuta a Bari il 21 settembre 2018 da parte di militanti di CasaPound nei confronti di un gruppo di manifestanti antifascisti.
In un’aula del Tribunale di via Dioguardi a Bari, troppo piccola per contenere tutti e dove l'appello è stato fatto facendo entrare le parti una alla volta per non creare assembramenti, erano presenti quasi tutti gli imputati e anche le persone offese.
Avevano già annunciato che avrebbero chiesto la costituzione di parte civile, oltre alle vittime dell’aggressione, l’Anpi, Rifondazione comunista, Comune di Bari e Regione Puglia. Nel processo è contestato a 28 persone il reato di riorganizzazione del disciolto partito fascista e a dieci di loro anche quello di lesioni personali aggravate.
Sono imputati anche cinque compagni delle vittime, accusati di violenza e minaccia a pubblico ufficiale, perché dopo l’aggressione, «nel tentativo di sfondare il cordone dei militari», avrebbero minacciato e colpito con calci, pugni e spintoni poliziotti e carabinieri.
A dicembre, dopo la costituzione delle parti, le difese potranno sollevare eventuali eccezioni preliminari. L’accusa è rappresentata dal procuratore facente funzione Roberto Rossi.
MANIFESTAZIONE DAVANTI AL TRIBUNALE - Una manifestazione antifascista è stata organizzata dinanzi al Tribunale di Bari in occasione della prima udienza del processo sull'aggressione ad un gruppo di manifestanti antifascisti, compiuta nel settembre 2018 da parte di 28 militanti di CasaPound.
Le persone aggredite, accompagnate da attivisti dell’Anpi, di Rifondazione comunista e di diverse altre associazioni baresi, hanno presidiato l'ingresso del Tribunale, sventolando bandiere, esponendo cartelli e striscioni e cantando «Bella ciao».
«Vogliamo raccogliere il testimone antifascista dopo la condanna di Alba Dorata in Grecia. Pensiamo che anche CasaPound vada messa fuori legge. Oggi è a processo non soltanto per l'aggressione di quel 21 settembre ma anche per ricostituzione del partito fascista. CasaPound va sciolta e speriamo che la verità che emergerà da questo processo ci aiuterà nello scioglimento di CasaPound» ha dichiarato l’ex europarlamentare di Sinistra Europea Eleonora Forenza, tra le persone aggredite.
«Oggi sono qui con noi due donne, Carla Nespolo e Maria Celeste Nardini. Carla Nespolo, da presidente dell’Anpi, ha fortemente voluto la costituzione di parte civile in questo processo e pensiamo che questo sia importante non soltanto per la storia di questa città ma per la lotta al fascismo in Italia e in Europa».
PARTE CIVILE - Intanto Rifondazione comunista-Sinistra europea chiederà di costituirsi parte civile al processo che inizia oggi a Bari nei confronti di 28 militanti di CasaPound accusati di un’aggressione ad un gruppo di manifestanti antifascisti avvenuta nel settembre 2018.
«Questi signori, ad avviso della Procura di Bari e nostro - scrivono in una nota il segretario nazionale Prc, Maurizio Acerbo, con Giovanni Russo Spena e Gianluca Schiavon - hanno premeditato un attacco violento contro un novero di antifascisti impegnati nella difesa della Costituzione, tra i quali il nostro dirigente nazionale Antonio Perillo e la nostra deputata Eleonora Forenza, capodelegazione italiana del Partito della Sinistra europea nel Parlamento europeo».
«Il tentativo di riorganizzare il partito fascista e il conseguente proditorio attacco - prosegue la nota - meritano una giusta punizione, un equo risarcimento e, soprattutto, un’eco nazionale per risvegliare le coscienze sulla minaccia violenta di queste organizzazioni. Se questa gente tocca un militante per le lotte democratiche, per le battaglie femministe, per le lotte sociali e antirazziste, tocca tutte e tutti noi».
LA TESTIMONIANZA: «FU ASSALTO SQUADRISTA» - «Ho ricevuto un colpo alla testa e me la cavai con nove punti di sutura, molto sangue e molto spavento. Dopo due anni siamo qua perché venga riconosciuta la natura squadrista di quella aggressione». Lo dichiara Antonio Perillo, una delle persone ferite nell’aggressione da parte di un gruppo di militanti di CasaPound, avvenuta a Bari nel settembre 2018. Perillo, all’epoca assistente parlamentare di Eleonora Forenza, anche lei presente all’aggressione, lo ha detto oggi a Bari in occasione della prima udienza del processo nei confronti di 28 militanti di CasaPound, dove chiederà di costituirsi parte civile.
«Ci aggredirono alle spalle selvaggiamente - ricorda Perillo - , non ci furono provocazione né insulti, eravamo quattro persone con due passeggini di ritorno da una manifestazione. Ci rincorsero e ci colpirono alle spalle».