didattica
Bari, Università: «Didattica mista per agevolare i fuorisede»
Le motivazioni del sindacato Link: treni e pullman sono sovraffollati
BARI - Non solo esami in presenza, ma anche didattica a distanza per gli studenti pendolari. È la richiesta che gli universitari dell’associazione Link rivolgono ai rettori dell’Ateneo, Stefano Bronzini, e del Politecnico, Francesco Cupertino. Entrambi hanno previsto la ripresa degli esami in sede.
GLI ESAMI IN PRESENZA - L’università «Aldo Moro» si è così organizzata: «A partire dal mese di settembre torna a essere ordinaria la modalità di esecuzione delle prove di esame in presenza. Le prove si svolgeranno in un arco temporale compreso tra le 8 e le 20.30 dal lunedì al venerdì. A discrezione di ciascun dipartimento, ovvero nei casi di insufficiente disponibilità delle strutture universitarie a ospitare in sicurezza gli esami in presenza, questi potranno essere svolte in modalità a distanza». La scelta, dunque, spetta ai singoli dipartimenti.
Per il Politecnico, invece, l’opzione collegamento a distanza sarà sempre possibile su richiesta, sia per i professori sia per gli studenti.
LA DIDATTICA MISTA - L’incertezza e la discrezionalità spinge gli universitari di Link a invocare la didattica mista. Le ragioni della richiesta: «Non si può tornare alla normalità, ma lo sforzo che l'università sta compiendo per tornare a vivere è quanto mai giusto se si crede in una università che non sia solo un esamificio. Per mesi si è discusso negli organi del nostro Ateneo su cosa fosse giusto fare: in continuità con quanto deciso, si sta provando a rilanciare la vita nell’Ateneo. La graduale riapertura, così come deciso dagli organi collegiali e così come abbiamo richiesto attraverso i nostri rappresentanti, sarà fatta garantendo la sicurezza per la salute. Chiederemo una gestione corretta delle aule in sede di esame e una valutazione accurata prima di procedere con la riapertura dei cancelli».
IL PROBLEMA DEI TRASPORTI - I rappresentanti di Link aggiungono: «In qualità di sindacato studentesco, chiediamo per i pendolari, per i fuorisede e per i ragazzi con esigenze particolari, la possibilità di svolgere esami in modalità telematica durante questa prima fase transitoria. In migliaia viaggeremo sui treni che già prima dell’epidemia erano affollati. Bisogna migliorare le condizioni sui mezzi di trasporto per chi voglia comunque raggiungere la sede universitaria: reputiamo necessario che l’università, d'accordo con le istituzioni territoriali e regionali, cerchi di sviluppare con le società di trasporti delle intese per garantire una mobilità migliore fondamentale per scongiurare l'aumento dei contagi».
AULE E BIBLIOTECHE - L'esigenza di riaprire in sicurezza ha reso inevitabile il ripensamento di tutta una serie di spazi sia universitari e sia cittadini, da adibire ad aule-studio o in cui fare lezione. Questa la posizione del sindacato studentesco: «La responsabilità, non indifferente, di Università e Politecnico è quella di assicurare agli studenti che da domani torneranno a ripercorrere i corridoi e le aule l’assoluta tutela del diritto allo studio e del diritto alla salute. In questa primissima fase, una risposta efficace, ma pur sempre di breve periodo, è alternare la modalità in presenza con quella telematica, al fine di calmierare i flussi di chi entra ed esce dagli edifici dei due atenei. C’è quindi la necessità di investire in tutta una serie di strumenti digitali che possano permettere lo svolgimento delle attività in entrambe le direzioni. Sulla scia di un modello iniziale di didattica mista, si potrebbe confermare la didattica online per quelle categorie di studenti che sono impossibilitati a seguire le lezioni in presenza. In questa prima fase di ripartenza, non dobbiamo lasciarci sfuggire l’opportunità di inaugurare un nuovo modello di università che aderisca meglio al presente, che sappia rispondere a nuovi bisogni della comunità studentesca senza tuttavia perdere la sua funzione nevralgica di luogo di confronto e aggregazione. Il cambiamento delle modalità di fruizione della didattica deve fare interrogare studenti, associazioni e amministrazioni universitarie, cittadine e regionali sul modello di didattica, un modello da rinnovare quanto prima affinché l'università possa tornare ad essere strumento di emancipazione e di crescita di tutto il territorio».