IL RITORNO

Corato, la Gazzetta del Mezzogiorno una tradizione di famiglia

Giuseppe Cantatore

Da sempre il giornale presente nei due locali della famiglia D’onofrio

CORATO - «Cresciuti a caffè e Gazzetta». La storia della famiglia D’Onofrio è legata a doppio filo allo storico quotidiano. Due bar in città, il primo nato 36 anni fa in via Ruvo - da qualche mese trasferito in viale Diaz - e un secondo dal 2009 in via Duomo, nel cuore di Corato, con un denominatore comune: il giornale sul tavolino vicino all’ingresso. «Dal 1984 la Gazzetta è presenza fissa nei nostri bar» racconta Antonio D’Onofrio. «Una tradizione della mia famiglia da sempre. Sono cresciuto insieme alla Gazzetta del Mezzogiorno. Sono appassionato del Bari - spiega nel bar “Shaday” di via Duomo - e quindi divoro le pagine sportive, dal prepartita ai commenti e le pagelle del dopo-gara».

«Quando ero più giovane, mi incuriosiva molto anche l’oroscopo e spesso lo leggevo per vedere come mi sarebbero andate le cose (ride, ndr)». Non c’è giorno in cui la Gazzetta non dia il benvenuto ai clienti del bar. «L’unica interruzione è stata quella dello sciagurato periodo del lockdown» sottolinea Antonio. «Siamo rimasti chiusi al pubblico per diverso tempo, pur restando a lavorare dietro le quinte. Ci è mancato il rapporto con la clientela e il contatto col giornale. Ma, appena abbiamo riaperto, sul tavolino è subito tornata anche la Gazzetta». Quello di far trovare il quotidiano ai clienti è un gesto nato tanto tempo fa «in maniera naturale e spontanea» continua Antonio. «Alle 7 del mattino la Gazzetta è già qui. La prima lettura è la mia: prima pagina, notizie principali, cronache locali e quindi lo sport. Poi si comincia a lavorare e il giornale passa nelle mani delle tante persone che vengono da noi a fare colazione o a bere un aperitivo». Quando gli chiediamo se avere la Gazzetta nel suo bar fa la differenza, Antonio risponde senza esitazione: «ma certo, è una grande attrattiva! Quando è stato indetto qualche giorno di sciopero, abbiamo acquistato e messo a disposizione nel bar altri quotidiani. Ma la clientela ha continuato a chiedere la Gazzetta. La gente è indubbiamente affezionata al giornale». A proposito di scioperi, quelli dei mesi scorsi sono stati proclamati in seguito alla vertenza che sta mettendo a rischio l’esistenza della testata e il lavoro di giornalisti e poligrafici. «Il solo pensiero che un giorno la Gazzetta del Mezzogiorno possa non esserci più mi fa stare male. Questo giornale - conclude Antonio - è per me una cosa di famiglia e io continuerò a sostenerlo».

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