Dalle prime ore della mattina, i Finanzieri del G.I.C.O. del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Bari stanno eseguendo un’ordinanza - emessa dal G.I.P. del Tribunale di Trani, su richiesta di questa Procura - applicativa di 3 misure cautelari personali (due custodie in carcere e una degli arresti domiciliari) nei confronti di 3 soggetti ritenuti responsabili di concorso in rapina aggravata e in porto illegale di arma comune da sparo.
I destinatari dell’ordinanza sono gravemente indiziati di avere effettuato, lo scorso 11 gennaio 2020 a Corato (BA), una
rapina a mano armata presso l’esercizio commerciale con insegna “Compro Oro e Argento” insieme a una quarta persona non ancora identificata, che ha consentito loro di impossessarsi di denaro, monili in oro e pietre preziose per un valore complessivo di circa 15 mila euro.
Secondo le indagini stavano pianificando altri colpi, o attività illecite legate allo spaccio di droga, i tre pregiudicati arrestati dal Gico della Guardia di Finanza di Bari su disposizione dei magistrati di Trani per una rapina a mano armata commessa in un «Compro oro e argento» di Corato l’11 gennaio scorso. In carcere sono finiti Michele Calabrese, 42enne di Barletta e Gianfranco Del Rosso, 32enne di Molfetta, agli arresti domiciliari Domenico Gigante, 28enne di Terlizzi, quest’ultimo con il ruolo di palo. Ancora in corso di identificazione un complice. Nell’inchiesta è indagata per favoreggiamento la compagna di uno degli arrestati, accusata di aver custodito la refurtiva dopo il colpo. Il bottino della rapina, denaro, monili in oro e pietre preziose, è stato quantificato in circa 15mila euro. L'operazione è stata chiamata «specchio della verità» perché gli investigatori sono riusciti a identificare gli autori rielaborando l’immagine riflessa dei passeggeri a bordo dello scooter che avevano usato per il colpo e poi confrontandola con le foto segnaletiche dei sospettati. Dalle indagini successive è emerso che i tre «stessero verosimilmente accordandosi per commettere ulteriori reati della stessa indole o in materia di stupefacenti», spiegano gli inquirenti, sulla base del contenuto di alcune intercettazioni con un linguaggio criptico ma allusivo: «magliette bianche», "prevendita», «due o tre discorsi veloce, veloce», «un buon lavoro da fare». Un linguaggio di fatto comprensibile visto «che nessuno dei soggetti intercettati vendeva abbigliamento o gestiva prevendite», osservano gli inquirenti. Le perquisizioni domiciliari nelle abitazioni degli indagati hanno confermato il quadro indiziario consentendo di sequestrare lo scooter e l’abbigliamento utilizzato nella rapina, una pistola a salve, tre bilancini di precisione e bustine per il confezionamento di stupefacenti.