Ambiente
Bari, «Non lasciate in giro mascherine e guanti»: il monito dell'assessore Petruzzelli
«L’obiettivo è evitare danni all’ambiente seguendo le indicazioni dell’Istituto superiore per la Sanità»
BARI - «L’appello è a tutti noi: no a mascherine e guanti lasciati per strada. Usate i cestini portarifiuti. Utilizzate i cassonetti. La raccolta di questo materiale è, viste per ora le indicazioni dell’Istituto superiore della sanità, nell’indifferenziata. Facciamola». L’appello arriva direttamente dall’assessore all’Ambiente Pietro Petruzzelli. Le mascherine, quelle chirurgiche ma anche le FFp2 e FFp3 - modelli questi ultimi conformi alla normativa europea EN 149 - non sono ancora riciclabili. E le cattive abitudini delle persone nello smaltimento dei rifiuti sta già iniziando a causare pesanti danni all’ambiente. «Siamo in una situazione di emergenza senza precedenti, è vero, – continua Petruzzelli – che alimenta confusione e rischio di danni ambientali a breve giro di posta. Solo uno sforzo congiunto di tutti può consentirci di affrontarla, anche con il minor danno ambientale possibile. I lavoratori dell’Amiu – continua - stanno facendo di tutto per garantire un servizio efficiente. È sconfortante vedere con quanta facilità ritroviamo guanti usati e lasciati per terra all’uscita dei supermercati, ai piedi degli sportelli bancomat».
Dunque: guanti abbandonati per strada, a pochi metri dal cestino portarifiuti. Mascherine, lasciate dove capita dopo l’uso: pare che il mare ne abbia già restituite molte, ritrovate da un’organizzazione ambientalista sulle spiagge delle isole Soko, al largo di Hong Kong. Il polipropilene, il principale plastico con cui sono realizzate, non è biodegradabile. Abbandonarle dove capita sarebbe nocivo per l'ambiente e per l'uomo. Il futuro prossimo venturo, la tanto attesa fase 2, ci vedrà sicuramente bardati nella quotidianità, con un uso frequente (in alcune regioni è già obbligatorio) dei dispositivi di protezione individuale. Lanciare l’allarme può apparire prematuro. Ma affinare risorse e strumenti, per evitare che l’emergenza ambientale si sostituisca a quella pandemica, non è un’idea peregrina. «Se qualcosa ci ha insegnato l’esperienza del Covid è che dobbiamo riprogettare il nostro futuro senza cadere negli errori che abbiamo fatto nel passato – spiega Nicolò Carnimeo, presidente Wwf Levante Adriatico.- La produzione di mascherine e di guanti, per esempio, oggi indispensabile per la nostra sopravvivenza, deve essere realizzata in maniera diversa. Per non essere sommersi da questa tipologia di rifiuti dobbiamo immaginare come riutilizzarli, e quali materiali utilizzare perché possano essere smaltiti. La nostra associazione può solo lanciare gli input agli esperti: a loro il compito di realizzare le soluzioni migliori. È anche questo un piccolo passo verso il cambiamento di cui tutti abbiamo stretto bisogno».
«Per un corretto smaltimento abbiamo recepito le indicazioni diffuse dall’Istituto superiore di sanità – spiega l’assessore. – Sono illustrate le modalità di conferimento di mascherine e guanti e anche dei fazzoletti di carta. In assenza di un vero e proprio piano di smaltimento, diventa fondamentale una corretta educazione alla gestione di questi presidi, da eliminare nell'indifferenziata, possibilmente all'interno di sacchetti dedicati». Le indicazioni sono chiare e molto semplici, diverse a seconda se si parla di persone positive o meno al Coronavirus. Per quanto riguarda mascherine e guanti, in ogni caso si fanno confluire nella indifferenziata.
I positivi in quarantena obbligatoria non devono differenziare più nulla di tutti i rifiuti prodotti in casa. Anche guanti e mascherine, quindi, confluiscono nell’indifferenziata, da smaltire ogni giorno. Le precauzioni riguardano la chiusura, con due o tre sacchetti resistenti, e gli animali domestici, che non devono accedere nel locale in cui sono presenti i sacchetti. Per tutti gli altri, si continua a fare la raccolta differenziata, tranne che per fazzoletti di carta, le mascherine e i guanti.