BARI - «Nel presidio “Michele Sarcone” di Terlizzi, in quello che per la Regione Puglia è ormai solo un “ex ospedale”, ci sono due macchinari per la respirazione assistita per pazienti intubati che non sono stati più utilizzati dopo la chiusura dell’unità operativa di Pneumologia. Rischiano di diventare l’emblema di un tragico paradosso. In questo momento di gravissima emergenza sanitaria, mentre la protezione civile è impegnata ad acquistare nuove e costose attrezzature di supporto alle terapie intensive, noi qui ce le abbiamo inutilmente parcheggiate (almeno fino a stamattina). In più, nella struttura ospedaliera ci sono a disposizione ben diciotto tra C-pap e B-pap, altri macchinari specifici per la ventilazione polmonare assistita. Senza sollevare polemiche chiedo sommessamente al presidente Emiliano che il presidio di Terlizzi torni ad essere un ospedale a tutti gli effetti a servizio del Nord Barese». Lo riferisce in una nota il sindaco di Terlizzi, Ninni Gemmato.
«La comunità scientifica è unanime nel dire che il picco dei contagi da Covid-19 è ancora ben lontano e d’altra parte le altre emergenze non vanno in ferie: ictus, infarti, traumi ortopedici e altre patologie acute continuano a verificarsi ogni giorno: dobbiamo farci trovare pronti ed evitare che il sistema sanitario pugliese possa andare in tilt da sovraccarico. Il Comune di Terlizzi è pronto ad offrire tutto il supporto possibile, ma alla Regione Puglia e all’Asl Bari tocca la responsabilità di un atto di buon senso nel ripristinare le unità operative per acuti di Chirurgia e Pneumologia che sono state chiuse di recente. Si lavori affinché siano ripristinati immediatamente i ricoveri per acuti e si verifichi la possibilità di implementare posti letto utili di Terapia Intensiva.