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Coronavirus, parla manager monopolitano a Shanghai: «Va meglio, soffre solo Wuhan»

Coronavirus, parla manager monopolitano a Shanghai: «Va meglio, soffre solo Wuhan»

 
Redazione Cronaca

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Coronavirus, parla manager monopolitano a Shanghai: «Va meglio, soffre solo Wuhan»

«In Italia gli allarmismi stanno portando a episodi di intolleranza ingiustificabili»

Venerdì 21 Febbraio 2020, 13:08

Raffaele Tamborrino è un avvocato originario di Monopoli, general manager di IC&Partners Shanghai, da 14 anni lavora in Cina dove fornisce assistenza alle società straniere che operano in questo mercato.

Le notizie che arrivano in Italia sul Coronavirus sono inquietanti e oscure. Qual è la stuazione reale?
«Siamo in presenza di un’epidemia dalla quale bisogna difendersi con tutti i mezzi di prevenzione possibili, evitando però di cadere nella psicosi. La Cina sta gestendo in modo adeguato questa emergenza e gli altri Paesi dovrebbero sostenere i cinesi mostrando loro solidarietà e fornendo collaborazione scientifica. Il numero dei decessi in Cina risulta essere intorno al 2.3% rispetto al totale dei contagiati e, fuori dalla provincia di Hubei (quella più colpita, con capitale Wuhan), la percentuale di letalità del virus è al di sotto dello 0.5%. La situazione è molto meno grave fuori dalla provincia di Hubei: per esempio, a Shanghai, dove vivo, ci sono stati circa 330 casi di contagi su una popolazione di circa 25 milioni, una sola persona deceduta e moltissime persone già guarite. Negli ultimi giorni si registra un costante e sensibile calo di nuovi casi. Il governo cinese e le amministrazioni locali hanno saggiamente frenato l’espandersi dell’epidemia mettendo in quarantena Wuhan e altre città vicine della provincia di Hubei dove invece la situazione è particolarmente critica: circa il 75% per cento dei casi e il 95% dei decessi sono stati registrati in questa provincia; il tasso di mortalità in Hubei è stato del 2.9%, sette volte più alto di quello registrato nel resto della Cina».

La popolazione come sta vivendo questa situazione? E gli italiani in Cina?
«I cinesi si comportano con molta disciplina, attenendosi alle regole stabilite per ridurre al minimo i rischi di contagio. Ormai le attività economiche sono riprese, molti sono tornati al lavoro ma le autorità locali cercano di incentivare in queste settimane il telelavoro. Praticamente tutti in Cina indossano le mascherine ed i guanti. La situazione è molto più difficile nella provincia di Hubei dove ci sono ancora molte persone fortemente limitate negli spostamenti a causa della quarantena. Gli italiani in Cina sono concentrati nelle principali città e spesso sono connessi tra di loro tramite i social network. Lo scambio di informazioni e la solidarietà reciproca all’interno della comunità italiana ha rappresentato uno strumento importante per evitare di farsi prendere dal panico. In generale, siamo abbastanza sereni perché consapevoli che, adottando le opportune precauzioni, ci sono scarse possibilità di contrarre il virus».

Come considera le decisioni adottate dal governo italiano in merito al Coronavirus?
«Non condivido la decisione del Governo italiano che sospende i voli diretti da e  per la  Cina. Si tratta di un provvedimento inutile dal punto di vista sanitario, può essere facilmente aggirato facendo scalo in un Paese terzo, e dannoso dal punto di vista delle relazioni economiche e politiche. Spero che il nostro Paese revochi presto questa sospensione e fornisca un valido supporto alle istituzioni cinesi».

Come giudica gli episodi di intolleranza che si sono verificati anche a Bari nei confronti dei cittadini cinesi?
«Come direbbe il Presidente Mao, “grande è la confusione sotto il cielo”. In Italia sono circolate notizie allarmistiche che purtroppo hanno portato a manifestazioni di intolleranza ingiustificabili e che feriscono i sentimenti dei nostri amici cinesi. Desidero ricordare che i cinesi hanno sempre manifestato solidarietà nei confronti dell’Italia allorquando il nostro Paese si è trovato ad affrontare situazioni di emergenza. La psicosi da coronavirus non è giustificata in Italia. Per fortuna, il presidente Mattarella ha mandato un chiaro messaggio di solidarietà, sia nei confronti della comunità cinese in Italia sia nei confronti del Governo cinese, che è stato molto apprezzato dai cinesi e dal governo di Pechino».

E i risvolti economici? Esistono delle misure di sostegno alle aziende per far fronte a questa crisi?
«In queste ultime settimane, le autorità cinesi hanno adottato speciali agevolazioni per aiutare le aziende ad affrontare le difficoltà causate dall’epidemia. L’Amministrazione fiscale statale ha prorogato i termini per la dichiarazione fiscale. Le aziende che operano in settori particolarmente danneggiati dall’epidemia (trasporti, ristorazione, catering e turismo) possono dedurre dal reddito imponibile le perdite del 2020 nei successivi 8 anni ai fini del calcolo della Corporate income tax. Inoltre, la Banca centrale cinese ha disposto un’iniezione di 1600 miliardi di RMB (circa 205 miliardi di euro) per sostenere l’economia e abbassare i tassi di interesse».

Ha scritto un libro sul pensiero di Socrate, Platone e Aristotele pubblicato anche in cinese e recentemente ha promosso in Cina un gruppo di discussione filosofica. La filosofia può aiutare in questi casi?
«Epicuro diceva che la filosofia ha come obiettivo quello di curare l’animo umano ed io ritengo che gli insegnamenti degli antichi filosofi mantengono la loro validità nel corso del tempo e possano aiutare tutti ad affrontare con il giusto spirito un periodo difficile come quello che stiamo vivendo in Cina».

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