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Bari, al Museo «c'è un morto»: ecco il gioco virtuale di 5 giovani informatici

Rita Schena

Cinque ragazzi baresi realizzano storie interattive per i turisti

BARI - Il termine ha un suono tremendo. Se dici, magari alla nonna, «mi occupo di “gamification”» come minimo pensa che combatti contro una malattia infettiva. In realtà Aldo Campanelli, Andrea Natale, Anna Di Maggio, Arturo Del Muscio e Giacomo Carlucci, creano storie che accompagnano il turista lungo percorsi che si snodano in spazi aperti o chiusi.
«Il termine inglese tradotto significa “ludicizzazione” - spiega ridendo Giacomo, il project manager del gruppo -. Purtroppo la traduzione è ancora peggiore per spiegare quello di cui si occupa la nostra cooperativa. Noi creiamo storie, utilizzando tecniche mutuate dai videogiochi, per permettere al turista di vivere un'esperienza alternativa e interattiva rispetto allo spazio che lo circonda e che intende esplorare».

La coop dei magnifici cinque ha sviluppato un servizio che si snoda lungo il centro storico di Bari. Il turista, attraverso la lettura di specifici Qrcode che si decodificano con i comuni cellulari, viaggia nello spazio fisico come se fosse contemporaneamente su una mappa multimediale. Lungo il suo viaggio si muove cercando vari «indizzi», che altro non sono che contenuti che gli raccontano dove si trova, cosa si faceva in quel particolare punto. Una sorta di «caccia al tesoro» culturale, ma che risulta molto più coinvolgente emotivamente, rispetto a seguire quanto ti racconta una normale guida turistica in carne ed ossa.
«Le nostre sono tutte narrazioni verosimili – sottolinea Giacomo – messe a punto grazie al nostro esperto storyteller, uniscono verità storica e fantasia. Poi diamo loro una veste da videogioco nel quale invitiamo il turista, che diventa contemporaneamente protagonista del gioco e fruitore degli spazi che sta esplorando. In questa maniera puntiamo a incrementare la voglia del partecipante a conoscere ed emozionarsi».

Aldo (il presidente della coop), Andrea, Anna, Arturo e Giacomo sono cinque ragazzi tutti con una età al di sotto dei 35 anni. Nel 2018 la loro idea imprenditoriale in erba ha trovato aiuto grazie al progetto regionale Pin, rivolto proprio ai giovani, alle startup e ai progetti innovativi. Hanno ottenuto un finanziamento da 30mila euro e sono partiti con la loro cooperativa, la Fleet Save.

«L'idea nasce da una scommessa – racconta Giacomo -, voler unire la tipologia di un gioco urbano con il turismo. Volevamo rendere più competitiva la narrazione della nostra regione e la sua storia, per farla uscire dal triangolo sole-mare-cibo, così abbiamo pensato al gioco per raccontare la magia del nostro Sud. La realtà che noi creiamo si fonde con Internet e invitiamo il turista a diventare protagonista della storia che altrimenti ammirerebbe solo da lontano, rimanendo all'esterno»
Ai cinque cooperanti è stato commissionato anche un progetto per il Museo civico barese, messo a punto e già operativo: i visitatori vengono invitati a risolvere un caso di omicidio trovando gli indizi leggendo le opere d'arte conservate nel museo. L'obiettivo è trovare il forziere di un collezionista assassinato, Jack Sonier, interagendo con un chatbot e seguendo gli indizi.
«I nostri clienti potenziali sono essenzialmente Enti locali, amministrazioni pubbliche, ma abbiamo sviluppato giochi anche per gestori privati. Per il momento quanto abbiamo fatto per il centro storico di Bari e il Museo civico è fruibile solo per determinati eventi, ma dal prossimo mese avvieremo una sperimentazione che durerà un anno proprio al Museo civico. Renderemo stabile il gioco del collezionista ucciso».
L'idea di Giacomo e colleghi è altamente innovativa tanto che stanno studiando per diventare «imprenditori adulti», due giorni fa erano al Balab per seguire i seminari organizzati da Legacoop. «Abbiamo sviluppato la nostra idea grazie anche ad esperienze fatte grazie al progetto europeo Erasmus plus – conclude Giacomo -, se impariamo possiamo crescere. È il nostro obiettivo».

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