il film

«Tolo Tolo», ecco chi sono gli attori baresi del film di Zalone

Livio Costarella

Monica Angiuli e Antonello Loiacono: «Sul set professionalità e leggerezza»

«Sono stata chiamata per un provino, il 6 luglio 2018. Mi hanno dato le battute da recitare e le ho imparate a memoria. Non sapevo di cosa o chi si trattasse. Quattro mesi dopo mi hanno chiamata: ero stata presa per recitare otto scene nel nuovo film di Checco Zalone. Ero incredula, pensavo fosse uno scherzo». Invece era tutto vero, e Monica Angiuli, attrice e figlia d’arte - il padre Luigi Angiuli è stato attore, regista, autore e poeta, tra i veterani del teatro pugliese - si è ritrovata sul set del film più atteso degli ultimi anni. Almeno degli ultimi quattro, dato che Tolo Tolo tenterà la scalata ai 65 milioni di incasso di Quo vado? Una cosa è certa: sul set di Tolo Tolo si è respirato un clima di grande professionalità, e al tempo stesso di leggerezza.

«Luca Medici si è rivelata una persona straordinaria, ha avuto la capacità di tenere tutto sotto controllo, senza dare mai l’impressione di essere teso. Era la mia prima vera esperienza su un set cinematografico, la più bella della mia vita. Con una troupe di più di 100 persone, cameraman e tanti tecnici: è stato illuminante vedere l’enorme lavoro che c’è dietro anche una piccola scena. Estrema educazione e autodisciplina dovunque: sono rimasta davvero impressionata».

Sono otto in totale le scene girate da Angiuli (due settimane tra Gravina e Poggiorsini, nell’aprile di quest’anno), il cui personaggio è quello di una donna un po’ sui generis. «Anche noi attori, più o meno importanti, siamo rimasti all’oscuro della trama del film. Sappiamo solo di ciò che abbiamo girato. Io interpreto Maria Isa, la cugina del personaggio di Checco, e lavoro nel Caseificio Zalone. Almeno così si chiamava l’azienda casearia, sul set. Sono una donna particolare, che vive in un mondo tutto suo. Presumo una zitella, dato che non avevo uomini accanto. Ho interagito con Checco in una sequenza, che credo sia uno snodo importante della sceneggiatura: una telefonata piuttosto importante. L’abbiamo dovuta ripetere qualche volta: la mia impostazione teatrale, nella dizione, veniva fuori. Ma Checco voleva un accento più marcato, con una cadenza più popolare e “pugliese”».

E a proposito di pugliesi, c’è anche il barese Antonello Loiacono. Volto non nuovo al cinema e già apprezzato in varie pièce teatrali. «Sono un medico legale nel film - spiega Antonello -, ed è una scena un po’ surreale: è un momento in cui alcuni parenti vengono chiamati per riconoscere il cadavere di un loro congiunto. E scoppiano tutti a piangere prima ancora di “scoprirlo” dall’involucro in cui è contenuto. È incredibile la capacità che ha avuto Checco di configurare al meglio il set: c’era un clima di notevole tranquillità, seppur si respirasse l’importanza estrema di ciò che si stava facendo. Un mix che a mio avviso ha permesso di lavorare al meglio».

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