Nel barese

Mola, ha un malore e si accascia: abbandonato a terra per oltre un'ora

Antonio Galizia

Un ragazzo alla fine l'ha soccorso: l'uomo, già noto per i suoi problemi, sta bene

Prima il malore, la caduta, poi l’indifferenza dei passanti che in un assolato pomeriggio di settembre l’hanno ignorato per oltre un’ora e hanno scelto di non prestare soccorso, nonostante il suo aspetto disperato. Questo è quanto ha dovuto subire un quarantenne di Mola, colto da malore nella centralissima piazza San Domenico, la vecchia agorà municipale, nel primo pomeriggio.

Quando è uscito di casa, l’uomo era visibilmente sconvolto e malfermo sulle gambe si è accasciato sul marciapiede e ha cominciato a lamentarsi. Sul luogo, tra i più frequentati nel centro cittadino, circolavano diverse persone, in prevalenza residenti. Impossibile non notare quell’uomo accasciato, eppure nessuno di loro ha scelto di intervenire e offrigli aiuto. A prestargli soccorso è stato un giovane, Pietro Sportelli, che, appena ha visto quel corpo e udito i lamenti, ha chiesto cosa fosse accaduto. «Ma che ti è successo? Ti hanno fatto qualcosa? Hai bisogno di aiuto», gli ha domandato con tono preoccupato.

Pietro ha subito allertato il 118, i Carabinieri della Tenenza e, per guadagnare tempo, ha anche allertato il sindaco Giuseppe Colonna e l’assessora alle Politiche sociali Lea Vergatti. Dopo oltre un’ora e tra l’indifferenza di molti, l’uomo che forse aveva bevuto qualche bicchiere di troppo, è stato rianimato ed ora sta meglio.

A colpire Pietro, i soccorritori, i militari e i due amministratori comunali è stato però l’atteggiamento dei cittadini. «Sì – conferma Sportelli – mi ha colpito l’indifferenza della gente nei confronti di quest’uomo, forse a loro conosciuto, dovuta probabilmente al comune pensiero che “chi è causa del suo mal pianga se stesso“, non fa altro che aggravare questa malattia. Combattiamo per l’abbattimento delle barriere architettoniche – riflette Pietro, che nella vita fa l’operatore sociale (è tra gli organizzatori della Notte bianca dei giovani; ndr) per l’aumento delle pensioni di disabilità, per una maggiore attenzione e assistenza alle malattie psichiatriche e poi, difronte ad un cado del genere c’è il sorrisino, lo sguardo schivo, un “lasciatelo stare lì dove sta“, magari in una piazza del nostro paese da dove si passa ogni giorno».

L’indifferenza insomma può uccidere: «Sono molto provato – conclude Pietro - rammaricato, inorridito per quanto accaduto in piazza San Domenico. Noi molesi dobbiamo pretendere un paese diverso e per questo bisogna impegnarsi tanto». Lo è anche l’assessora Vergatti, che sui social ha così commentato questo dramma della solitudine e dell’indifferenza: «Purtroppo per molte persone chi esula dalla norma se lo “merita“, senza considerare che a volte le dipendenze lasciano poca scelta e rappresentano come hai scritto tu una “malattia” che ci rende impotenti. Ma non per questo non dobbiamo provarci. Quindi grazie a questo cittadino per averci provato e per la sua civile resistenza all’omologazione e all’indifferenza». Dalle indagini svolte dai Carabinieri e dalla civica amministrazione è emerso che l’uomo ignorato da tanti passanti (le video-camere potrebbero incastrare chi ha omesso il soccorso) è invece noto da tempo ai servizi sociali e spesso, per dignità, respinge ogni tipo di aiuto. Per questo andrebbe seguito ancora di più.

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