Dopo la tragedia

Triggiano, domatore sbranato da tigri, l'esperto: «Zampata, poi ai loro occhi il corpo visto come un pupazzo»

Enrica D'Acciò

Parla Gaetano Montico, addestratore: «La zampata di una tigre può rompere la spina dorsale a un cavallo»

«Due coincidenze. La prima. Una zampata, forse data per gioco, che ha fatto cadere a terra Ektor Weber. La seconda. Le altre tre tigri, che di solito non attaccano mai insieme, sono scese per contendersi il corpo, rendendo così difficile l’intervento dei soccorsi».

Questa la ricostruzione di Gaetano Montico, domatore e addestratore di tigri e leoni, esponente di una delle famiglie che, da cinque generazioni, porta numeri da gabbia nei circhi più famosi d’Italia. La famiglia Montico conosceva molto bene la famiglia Weber, tanto che, nella serata di ieri, il figlio di Gaetano ha raggiunto Triggiano per manifestare vicinanza e cordoglio. «Dalle testimonianze rese da chi ha assistito e dalla mia esperienza, escluderei l’ipotesi di un attacco violento. Ektor Weber conosceva troppo bene le tigri per rischiare nel caso in cui gli animali fossero stati nervosi, stressati, annoiati. Se ne sarebbe accorto subito. È più facile pensare che la tigre gli abbia dato una zampata sul collo, o alle spalle, così, per gioco. È chiaro, però, che la zampata di una tigre non è mai un gioco perchè, da sola, può spezzare la spina dorsale di un cavallo».

E qui subentrano le infauste coincidenze. «Se un domatore viene ferito può scappare, se è immobilizzato può usare la voce per chiamare soccorso. In questo caso, è possibile che Ektor abbia perso subito i sensi e non abbia avuto la possibilità di chiamare nessuno. Visto poi come sono andate le cose, mi auguro che sia successo proprio così». Alla vista di un corpo inerme, la prima tigre si sarebbe avventata sul domatore «come se fosse un pupazzo, un giocattolo», e poi le altre tigri «che non attaccano mai in gruppo», sarebbero scese tutte dagli stalli «per contendersi il pupazzo».

A quel punto, è diventato difficilissimo intervenire. «Per allontanare dal corpo le tigri, aizzate dall’odore del sangue e dal gioco, sono dovuti intervenire con gli estintori e, naturalmente, non è stata un’operazione né facile né sicura, che dà la misura della bravura dei colleghi intervenuti». Ma sono frequenti gli incidenti con gli animali da circo? «Assolutamente no. L’ultimo incidente mortale in gabbia, in Italia, risale al 1968. Ciò significa che in 50 anni ci sono stati molti più decessi per attacchi di cani che per attacchi di leoni o tigri. I domatori imparano a conoscere a fondo il comportamento degli animali, accettano i rischi del mestiere. Certo, gli incidenti accadono. Io stesso sono stato aggredito da un leone, in gabbia, nel 1980, e sono sopravvissuto, nonostante centinaia di punti di sutura».

Privacy Policy Cookie Policy