BARI - Cala il sipario su via Nazariantz. Oggi è prevista la materiale consegna delle chiavi. Un passaggio simbolico e sostanziale allo stesso tempo. Terminato il trasloco, rimossa la scritta «uffici giudiziari», l’immobile rientrerà nella disponibilità dell’Inail, proprietario della struttura che dal 2001 ospita «provvisoriamente» il Tribunale penale. Un dirigente del ministero della Giustizia restituirà il possesso all’istituto. Cosa quest’ultimo ne farà, al momento, è difficile stabilirlo. Considerando che il Comune ha dichiarato l’edificio inagibile perché a rischio crollo, non si può escludere che l’ente possa decidere di abbatterlo per costruire un altro. Dall’Inail nulla trapela in merito. Ogni valutazione è prematura. Prima occorrerà passare lo stabile ai raggi X e mettere sulla bilancia quanti soldi servirebbero per renderlo di nuovo sicuro e quanto invece occorrerebbe per demolirlo e realizzarne un altro. Solo dopo sarà deciso se affittarlo di nuovo. La certezza è che, qualunque sia il suo destino, le carte bollate non si esauriranno al verbale di consegna. Tra via Arenula e Inail, infatti, è in piedi un procedimento civile per morosità.
Un inquilino che non paga, il proprietario dell’immobile che mette in mora il conduttore, la diffida a rilasciare la struttura per l’inadempimento e la controversia arriva davanti a un giudice. Ovvero la quotidianità per i Tribunali ingolfati da fascicoli di questo tipo. Ma se il proprietario dell’immobile è l’Inail e se il conduttore moroso è il ministero della Giustizia e se, soprattutto, l’immobile in questione è la ormai ex sede del Tribunale penale, ce n’è abbastanza per sgranare gli occhi. A fronte dell’inerzia di via Arenula, l’Inail, dopo due anni e mezzo di canoni e indennità da circa 100mila euro mensili non pagati, ha ritenuto fosse arrivato il momento di premere sull’acceleratore. Il credito vantato dallo Stato verso lo Stato è di 3 milioni e 382mila di euro più spiccioli e interessi. Tra qualche settimana, infatti, davanti al Tribunale di Bari (leggasi piazza De Nicola) inizierà la causa civile.
Tutto ha inizio a settembre del 2015, quando in base alla legge le spese per il funzionamento degli uffici giudiziari, sino a quel momento a carico dei Comuni (e parzialmente rimborsate dallo Stato), passano al ministero della Giustizia. Se Palazzo di Città onora gli impegni sino all’ultimo giorno, qualcosa si è inceppa con il passaggio del testimone. Il primo nodo al pettine è rappresentato dal contratto di locazione scaduto. Più che di affitto, per la verità, è più corretto parlare di indennità di occupazione. Trascorrono i mesi. I soldi non arrivano. Quando l’Inail chiede conto al Ministero, la risposta è più o meno: l’edificio non è idoneo all’esercizio della funzione giudiziaria, quindi non spettano canone o indennità di occupazione che dir si voglia. Il Ministero, più nel dettaglio punta il dito contro «l’inadeguatezza dell’immobile soprattutto dal punto di vista strutturale e manutentivo, che ha comportato una serie di limitazioni del relativo godimento da parte degli uffici giudiziari interessati». L’Inail replica che l’attività giudiziaria prosegue regolarmente, anche se, da quanto è esplosa l’emergenza edilizia giudiziaria, negli ultimi tempi, a ranghi ridotti. Colloqui e telefonate cadono nel vuoto. Di qui prima la messa in mora per l’inadempimento di via Arenula, quindi la diffida, infine la vera e propria causa civile. Insomma, oggi la consegna delle chiavi, nelle prossime settimane l’inizio della vertenza sui canoni non pagati.
Carte bollate a parte, il dato certo è che si chiude un’era. Diciotto anni fa i sopralluoghi di avvocati, personale amministrativo e magistrati nel palazzo di fronte al cimitero (in queste pagine pubblichiamo la foto di un giovanissimo pm antimafia Michele Emiliano, oggi governatore della Puglia). Oggi, i cinque piani del palazzo, dichiarato inagibile nel maggio scorso per rischio crollo, sono vuoti. La Procura è quasi interamente trasferita nella nuova sede di via Dioguardi, nell’ex Torre Telecom nel quartiere Poggiofranco. Da metà gennaio traslocheranno qui anche gli uffici attualmente di via Brigata Regina. Il nuovo palazzo di giustizia (anche questo, neanche a dirlo, «provvisorio») è tuttavia ancora un cantiere, con gli operai al lavoro per realizzare le aule per le udienze e consentire così il trasferimento - previsto a partire dalla prossima primavera - anche del Tribunale, che ora si trova a Modugno. Nuovo giro, nuova corsa. In attesa, chissà quando, di un Polo unico degli uffici giudiziari.