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Bari senza Palagiustizia: è caos
Pressing sul ministro Bonafede

 
Redazione online

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il Guardasigilli, Alfonso Bonafede (foto ANSA)

Il Guardasigilli, Alfonso Bonafede (foto ANSA)

Decaro sollecita il Guardasigilli per un'eventuale proroga dello sgombero

Martedì 21 Agosto 2018, 08:55

09:51

BARI - I tempi stringono. Tra dieci giorni il palazzo di giustizia di via Nazariantz dovrà chiudere definitivamente. Entro il 31 agosto bisognerà spostare tutta l’attività di Procura e Tribunale penale. Sì, ma dove? Ecco perché il sindaco Decaro torna a sollecitare il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede perché convochi un tavolo urgentemente. Il primo cittadino fa un ragionamento logico: «L’edilizia giudiziaria è di competenza del Ministero della Giustizia e quindi mi aspetto che il ministro convochi un tavolo anche per valutare insieme l'eventuale necessità di una proroga, che comunque formalmente non ci è stata chiesta. Intanto fra dieci giorni scadono i termini per lo sgombero e da Roma ancora non è arrivata alcuna notizia in merito alla scelta di un immobile per gli uffici giudiziaria baresi».

Un caos. Il 31 agosto scadono i termini per lo sgombero del Tribunale di via Nazariantz ritenuto a rischio crollo. Decaro aveva invocato da tempo le procedure d’urgenza, ma il Guardasigilli aveva ritenuto possibile risolvere la vicenda seguendo le procedure ordinarie. La clessidra tuttavia è agli sgoccioli. A dieci giorni dalla scadenza dei termini per lo sgombero totale dell’immobile, la giustizia barese è ancora senza una sede dove trasferire tutti gli uffici. Nei giorni scorsi il procuratore Giuseppe Volpe ha scritto all'Inail, ente proprietario del palazzo, perché chiedesse al Comune una proroga dei termini dello sgombero. I soli edifici attualmente disponibili per il trasloco, l'ex sede distaccata di Modugno e un palazzo in via Brigata Regina, sono infatti insufficienti ad accogliere tutto il personale e, quindi, il rischio è di una interruzione dell'attività giudiziaria.
Ma nei giorni scorsi, com’è noto, una nuova perizia firmata dal professor Bernardino Chiaia del Politecnico di Torino, ha sancito l’attenuazione del rischio crollo. L’alleggerimento dei carichi dei piani superiori, dove armadi e fascicoli sono stati trasferiti, ha infatti mitigato la situazione di pericolo. Ed ecco perché il procuratore Giuseppe Volpe è tornato a scrivere all’Inail che tuttavia al Comune non ha chiesto formalmente la proroga ma «di assumere gli opportuni provvedimenti, precisando che nulla osta in ordine alla richiesta della Procura».

La Procura chiama l’Inail, l’Inail chiama il Comune, il Comune chiama il Ministero. E il Ministero? Per ora tace. Decaro invece insiste: «Ribadisco che evidentemente avevamo ragione quando chiedevamo lo stato di emergenza per accedere a procedure d'urgenza e non ordinarie». Anche perché l’immobile individuato tramite ricerca di mercato,l’ex sede Inpdap di via Oberdan è stato definitivamente scartato dallo stesso Ministero che, alla vigilia di Ferragosto, ha deciso di revocare l'aggiudicazione della ricerca di mercato. Si attende ora la seconda scelta, che potrebbe ricadere sull'altro immobile che era risultato idoneo, l'ex palazzo Telecom al quartiere Poggiofranco. Difficile, in ogni caso, che si possa disporre dell’immobile di Poggiofranco prima di alcuni mesi.

E a proposito di tempi, dopo quasi tre mesi dalla dichiarazione di inagibilità del Palagiustizia di via Nazariantz e alcune settimane di udienze nelle tende, stanno per scadere anche i termini previsti dal decreto legge che ha sospeso i processi senza detenuti, il 30 settembre. Nessun palazzo al momento è pronto per accogliere la giustizia penale del distretto barese, tranne poche aule ricavate nell'ex sede di Modugno. Da qui la preoccupazione di magistrati e avvocati, dello stesso personale che nel frattempo continua a frequentare l’edificio di via Nazariantz e del primpo cittadino.

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