BARI - «Canne» a chilometro zero, il nuovo business del malaffare si chiama cannabis indica, canapa indiana. Si estende la superficie di coltura della marijuana che passa dalle piccole piantagioni in serra, sui terrazzi, nei giardini condominiali o anche negli scantinati, create da neofiti del piccolo spaccio fatto in casa alle coltivazioni intensive gestite dalla criminalità, che ha fiutato l’affare. Una piccola ma redditizia piantagione di marijuana è stata scoperta, nei giorni scorsi, al quartiere San Paolo, nella campagna fra via Bonomo e Strada rurale del Torrente. In tutto una decina di piante, alcune alte più di un metro, sono state individuate e poi espiantate fra la vegetazione e le coltivazioni di un terreno in apparente stato di abbandonato. La vendita delle infiorescenze essiccate avrebbe fruttato, nel mercato degli stupefacenti, un bel gruzzoletto. Altri 5 piccoli arbusti sono stati individuati in un’area comune all’esterno del complesso di condomini che sorgono nei pressi di via Bonomo. Indagini sono in corso anche per risalire al proprietario del terreno di Strada del Torrente.
Dal mese di maggio ad oggi sono state individuate e smantellate una decina di piccole serre di cannabis a Bari, Mola, Conversano, Polignano a Mare, Bitonto, Trani, Andria, Corato, Terlizzi. La coltivazione della droga leggera «made in Bari» (e provincia) sta lentamente prendendo piede, confortata dai numeri: un giovane su cinque (età compresa tra i 15 ed i 20 anni) oggi si sollazza con la marijuana.
Piante di canapa indiana spuntano un po’ ovunque, come margherite. Si tratta di una conversione agricola che sta spostando il business dal narcotraffico transnazionale alla logica del biologico, del «fatto in casa» che poi costa di meno ed è più «sano». L'odore pungente e dolciastro della marijuana riempie le piccole serre attrezzate in una stanza tra le pareti domestiche, sui balconi, nei giardini, negli scantinati da parte dei novelli profeti dello sballo «fai da te».
La nuova «canapa italiana» tira, dunque, ma il mercato barese è ancora lontano dall'autosufficienza . C’è poi da fare i conti con la «qualità». L’erba coltivata in casa raggiunge una percentuale di principio attivo, il Thc, che non supera il 4 per cento. Lo skunk, invece, importato dall’Olanda può vantare addirittura un 16 per cento. Non c’è confronto. Ma ottenere artigianalmente della buona marijuana è facile e anche economico. I semi li compri on line, il materiale per la serra (lampade termiche, strumenti per l'irrigazione e l'essiccamento delle foglie) si trovano dal ferramenta sotto casa e con un modesto investimento si è pronti a cominciare.
Nelle liste dei narcos «de no’ altri» si incontra un po’ di tutto: tossicodipendenti, studenti universitari, disoccupati, ma anche pensionati, ex carcerati e minorenni con poca pecunia nelle tasche. Per i ragazzi la marijuana è fumo, sballo, eccitazione, sfida, tutto meno che una droga.
Al dettaglio, un grammo di marijuana viene venduto tra gli 8 e i 10 euro. Una pianta, ben «pasciuta», riesce a crescere fino a tre metri e può produrre tre etti di infiorescenza, fruttando 3mila euro. Dopo anni di massicce campagne antimarijuana a colpi di spot, i dati della relazione del Dipartimento antidroga che guardano al fenomeno a Bari come nel resto d’Italia non sono confortanti. C’è un aumento del 2% che vale doppio in tempo di crisi.