BARI - Quasi come una crisi di governo al buio. La vicenda dell’Ex Om si arricchisce di colpi di scena a botta di comunicati ed email che dicono tutto e il contrario di tutto. E che danno il quadro di una tragicommedia all’italiana dove a recitare la farsa sono anche le istituzioni. Come finirà è roba da calcio scommesse.
Le ultime sono queste. Alessandra Giovetti, il curatore del fallimento «Tua Inndustries» ex Om ha in pratica fatto scattare il fischio finale di una partita dai supplementari infiniti. In una lettera lunghissima inviata tra gli altri al Comitato monitoraggio aree di crisi della Regione, la taske force guidata da Leo Caroli, al governatore pugliese Michele Emiliano, ai sindacati e agli investitori che si sono dichiarati interessati, ha fissato a venerdì 18 maggio il «termine ultimo e non prorogabile» per consegnare alla cancelleria del Tribunale di Torino, un’offerta di acquisto «con impegno irrevocabile a partecipare alla gara competitiva che verrà eventualmente indetta sull’offerta che dovesse essere presentata».
Non è la prima volta che Giovetti rigira la clessidra. Ma questa volta mette per iscritto con parole più nette che è l’ultima dilatazione. Se per quella data non sarà accaduto nulla allora «si procederà al deposito di istanza di chiusura della procedura». E come se non bastasse, Giovetti scrive: «Nessun ulteriore rinvio verrà concesso al nuovo e ultimo termine del 18 maggio».
Non è tanto l’utlimo conto alla rovescia a far storcere il muso, quanto il fatto che ancora una volta il curatore del fallimnento mette per iscritto «l’evidente disinteresse concreto del mercato a formulare serie offerte al di là di interessamenti generici». Insomma, fin qui, sono mezze intenzioni dichiarati. Chiacchiere, nulla di più. E il curatore del fallimento dell’ex Ox, la lista degli «interessamenti generici» la compila dal primo all’ultimo. E nella lista figurano anche la «Carmosino Industry» di Giuseppe Carmosino (interessato al capannone per ampliare l’attività di trasformazione rimorchi); la «We Finance» di Antonio Leone (interessato a impiantare attività produttive nel comparto legno e arredo); la «Meid4» spin off accademico dell’Università di Salerno; e Tommaso Catalano della «Ingegneria e servizi» che il 17 aprile ha preannunciato l’invio di una «proposta di concordato» con tre impegni: assumere tutti 175 operai sull’ex libro paga di «Tua Industries», accollarsi tutti i debiti e destinare l’area produttiva acquisita ad attività di componentistica e di sottosistemi per impianti energetici, attività che sarà sviluppata dalla rete d’imprese «Global Electrification Project».
La proposta di Catalano, fatta per conto della Gep è stata spedita per posta certificata e non depositata in cancelleria, rivela Giovetti nella lettera del sette maggio. E dunque, irricevibile.
Nessun atto concreto nonostante le voci fatte trapelare anche da fonti sindacali. Almeno fino all’altro giorno.
Di nuovo c’è che l’unica vera proposta concreta, quella fatta per conto della Gep, non è affatto sparito. Sì perché proprio ieri arriva il copo di teatro: la «Ingegneria e Servizi» di Catalano fa sapere che il legale della società, avvocato Marco Tancredi, mercoledì 9 (due giorni dopo la lettera di Giovetti) ha provveduto ad effettuare il carteggio originale di una proposta di concordato fallimnetare alla cancelleria del Tribunale di Torino dove è incardinato il procedimento. Il che significa - è l’auspicio dello stesso Catalano - che la procedura fallimentare potrà essere orientata non più verso la liquidazione e lo scioglimento, ma alla revoca del fallimento. Revoca che caccorecerebbe i tempi di una ripresa attività e dunque il ritorno in fabbrica dei 175.
Ma la sorte degli ex operai rimasti in balla è sempre più appesa a un filo sottilissimo perché la procedura del icenziamento collettivo è andata avanti. Giovetti ha confermato che non c’è nessuna risorsa in cassa della «Tua» «nemmeno per dar corso al licenziamento dei lavoratori ». E spedisce la palla al ministero del Lavoro in attesa di indicazioni dove il proprio mercoledì scoorso si sarebbe discusso del nodo-licenziamenti. I sindacati hanno chiesto e ottenuto un rinvio dell’incontro al 23 maggio proprio alla luce della proposta Gep. La prossima sarà la settimana con qualche lucina in più in quella che per ora sembra una pantomima.
Gianluigi De Vito