Analisi
Fattore campo? C’è solo la Tv. Così domani riparte il pallone
Ma a quale calcio stiamo andando incontro? Dato per scontato che ci saranno da rispettare protocolli e controlli vari per quanto riguarda la sicurezza e la salute, resta l’incertezza su quello che sarà il modo di fare calcio
Ma a quale calcio stiamo andando incontro? Dato per scontato che ci saranno da rispettare protocolli e controlli vari per quanto riguarda la sicurezza e la salute, resta l’incertezza su quello che sarà il modo di fare calcio. Di proporre calcio.
TecnicamenteL’attesa sta per finire, l’astinenza da calcio per concludersi. Ancora poche ore (il fischio d’inizio è per domani alle 21) e la Coppa Italia segnerà il ritorno del grande calcio anche nel Belpaese. Un aperitivo in vista della Serie A. E, a seguire, di tutti gli altri campionati.
e tatticamente tutto sarà come prima? O qualcosa varierà? Il «Coronavirus» inciderà anche sulle lavagne tattiche degli allenatori?
L’orario di avvio delle partite da disputare in piena estate, il numero stesso di partite da giocare a pochi giorni l’una dall’altra, il numero delle sostituzioni, le scorie della sosta passiva. E il desidero di vincere, di salvarsi, di raggiunger ele Coppe, di essere promossi. Come coniugare tutte queste aspettative con un mondo calcistico completmente nuovo?
Come accaduto in Germania, ancora una volta locomotiva d’Europa anche nel calcio, la ripartenza sarà per forza di cose lenta.
Ma la sensazione è che tutta la serie di incognite citate prima, finiranno con l’avvicinare il calcio italiano sempre più a quello spagnolo, almeno nelle intenzioni. Più «tiki-taka» insomma e meno aggressività. Più ragionamento con la palla fra i piedi che istinto e, dunque, minore spreco di energie fisiche e mentali. Più tecnica che corsa. E forse sarebbe anche l’ora, visto che il calcio spesso dimentica quando importante sia dominare il pallone. Sotto questo aspetto la Juve è già un passo in avanti perché Sarri fa del possesso palla la sua ragione di vita da allenatore.
Luglio solitamente è il mese più caldo: umidità più alta, fiato corto. Ecco perché la gestione del pallone, già fondamentale nel gioco del calcio, diventerà una specie di linea... fra la vita e la morte calcistica. Le verticalizzazioni non potranno essere continue e costanti, il rischio sarà quello di «ammazzare» soprattutto gli attaccanti dopo mezz’ora.
Dalla A alla C, il nuovo calcio ha l’aria di un mistero fitto fitto e il profilo di un pianeta sconosciuto. Nel quale non conterà più neanche il fattore campo, visto che i tifosi resteranno a casa. E molto conterà, invece, il fatto di poter puntare sulle cinque sostituzioni. Un dettaglio, però, che procurerà vantaggi solo a chi ha «rose» larghe. Gli altri dovranno arrangiarsi. Il calcio non sempre è uguale per tutti.