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Michelangelo Dell’Edera: «Il progetto Italia guarda lontano, anche oltre Sinner»

 
roberto longo

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Michelangelo Dell’Edera: «Il progetto Italia guarda lontano,  anche oltre Sinner»

L'intervista all'anima pugliese della squadra italiana il team manager di Coppa Davis e direttore dell’Istituto Superiore di Formazione

Mercoledì 18 Settembre 2024, 13:25

13:26

L’Ital-tennis vince, convince e vola spedita alla volta di Malaga. Confermarsi in Coppa Davis non sarà impresa semplice ma i presupposti ci sono tutti e nella squadra che ha appena staccato il pass per le finali di novembre c’è anche un’anima pugliese, quella del team manager di Coppa Davis, il direttore dell’Istituto Superiore di Formazione, Michelangelo Dell’Edera.

Coppa Davis, l’avventura continua ed ora tutti a Malaga. Si può sognare un successo bis?

«Al di là del bis che potremmo ripetere e della considerazione che abbiamo strutturato un ciclo con questo nuovo sistema Italia, un ciclo che ci propone almeno 12,13 ipotetici convocati, è logico che la nuova formula della Coppa Davis ha molte incognite perché due singoli e un doppio non è quello che ci avvantaggia. La vecchia formula di quattro singolari e un doppio in questo momento ci avrebbe spinto come squadra favorita. Adesso sono tutte finali lì a Malaga perché a prescindere che si possa incontrare l’Argentina o l’Australia, incontrata in finale lo scorso anno o in semifinale gli Stati Uniti, ci si rende conto che a Malaga saranno tutte finali e i dettagli faranno la differenza, dettagli che insieme al capitano Filippo Volandri e a tutta la squadra cureremo per cercare di arrivare prontissimi. In ogni caso una cosa è certa, non aspetteremo altri 47 anni per vincere una Coppa Davis».

Una squadra o forse 2, 3 squadre, è questa la forza dell’Italia?

«Si, è proprio questa perché abbiamo costruito un ciclo ed un sistema che ha prodotto. Le valutazioni dei convocati che il capitano fa due mesi prima con l’opportunità di poterle cambiare per quattro-quinti nella stessa settimana della competizione, porterà a fare valutazioni molto ampie per portare a Malaga la squadra più in forma e che possa giocare tutti gli incontri nella miglior condizione psico-fisica, gli impegni da qui a novembre sono tanti e il capitano farà la sue valutazioni più avanti».

Matteo Berrettini ha fatto il suo ma in Davis nulla è scontato, quale avversario vorrebbe nei quarti delle Final Eight?

«Matteo è stato straordinario lo scorso anno, quando venne a Bologna e rimase seduto in panchina contribuendo in maniera determinante al successo della squadra, ragazzo straordinario di grande disponibilità che si mise al servizio di tutti i compagni facendo lo sparring. Questa sua disponibilità si è tramutata in risultati sportivi quest’anno, si è fatto trovare pronto, ha incoraggiato i compagni ed è stato protagonista. In coppa Davis non esiste il ranking e i giocatori sono tutti sulla stessa linea di partenza, al pronti via chi ha le condizioni migliori riesce a portare un contributo importante alla squadra. Matteo ha vinto tre singolari straordinari a Bologna ed è stato il trascinatore di questa squadra anche come capo ultrà».

Intanto le scuole tennis scoppiano di salute ed i circolo sono sempre più frequentati, ci aspettano anni emozionanti?

«Dobbiamo mantenere alta l’asticella e continuare a proporre qualità come abbiamo fatto in questi anni con parametri organizzativi differenziati. Oggi i club devono attrezzarsi con progettualità che la federazione mette loro a disposizione per poter fidelizzare nuovi clienti. Ormai tutti desiderano giocare a tennis, in Italia abbiamo gli insegnanti più bravi al mondo e questo non lo dice Dell’Edera ma lo dice l’ITF (la federazione internazionale di tennis) che considera l’Istituto Superiore di Formazione un Gold Institute e valuta positivamente piani di studio, curricula dei docenti e organizzazione dei corsi stessi ma dobbiamo ancor di più in questo momento emozionare la nostra clientela e organizzarci sempre meglio per fidelizzare e far diventare il tennis uno sport sempre più popolare».

E dalla Puglia Andrea Pellegrino ritorna nella Top 150, può salire ancora e avvicinare la Top 100?

«L’ho sempre visto tra i primi 70 giocatori al mondo e non vi nascondo che un po’ sono arrabbiato con lui perché questo obiettivo avrebbe potuto raggiungerlo due-tre anni fa, però adesso ha rimesso in ordine alcuni aspetti. La sua giornata è proiettata esclusivamente al campo ed a tutto quello che un giocatore professionista deve fare, sta acquisendo l’esperienza giusta per poter fare un gran salto di qualità ed entrare in quel ranking che merita per le sue capacità. Quindi lo aspettiamo tra i primi 70 al mondo ed in Coppa Davis con l’idea che deve continuare a lavorare così come sta facendo rinforzando la sua specializzazione sulle superfici veloci dove si determinano l’80% dei punti».

Non solo Davis, anche le ragazze di BJK Cup ci fanno sognare, crede in un possibile doppio successo mondiale?

«Anche tra le ragazze abbiamo buoni presupposti, dalla grande esperienza che porta Sara Errani alla freschezza, all’entusiasmo ed alla passione che porta Jasmine Paolini con un capitano come Tatiana Garbin che ormai ha l’esperienza necessaria per fare le scelte giuste. La formula di quest’anno è diversa rispetto allo scorso anno ma i presupposti sono buoni per poter ripetere e andare oltre ma le variabili sono tante ed ogni incontro vale una finale».

Michelangelo Dell’Edera, dall’Istituto alla Davis, quali progetti nel futuro prossimo del tennis azzurro?

«Siamo sempre Work-in-progress. L’Istituto sta continuando a lavorare con nuove metodologie di insegnamento riconosciute in tutto il mondo tra le migliori in assoluto e nei prossimi anni presenteremo una nuova metodologia di transizione tra l’approccio iniziale ed la specializzazione di alto livello che si chiamerà Space Transition Approch. Stiamo rinnovando i nostri piani di studio con un modello di prestazione in continua evoluzione. Tra le novità anche un rinforzo del decentramento delle nostre progettualità che è la chiave del nostro successo in un ambiente virtuoso ed in condizioni ideali per i bambini. Ci lega un cordone ombellicale straordinario ed una grande collaborazione tra i docenti e lo staff stesso che porta ad una grande condivisione, dal capitano Filippo Volandri a Umberto Rianna, da Lorenzo Beltrame a Danilo De Gasperi, Stefano Barsacchi, allo staff medico. Se è vero che il sistema Puglia è nato negli anni 90 grazie alla grande sinergia tra campo e dirigenti come Dodo Alvisi e Donato Calabrese, è altrettanto vero che con Graziano Risi abbiamo una condivisione progettuale che evidenzia un concetto di squadra molto alto che parte dal presidente Angelo Binaghi che tutti consideriamo il nostro mentore».

È già conto alla rovescia per Roma?

«Stiamo lavorando alla settima edizione del Simposio internazionale che sarà questa volta una esperienza multidisciplinare sul tennis, padel, beach tennis e pickle ball per provare a rinforzare il nostro sistema con relatori internazionali in occasione degli Internazionali Bnl d’Italia».

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