Quando Angelo Cito risponde al telefono dalla stanza d’albergo di Guadalajara in Messico, fuori dalla sua finestra fa capolino l’alba. È l’ennesima risurrezione di un giorno nuovo per il taekwondo italiano al risveglio poche ore dopo l’impresa vittoriosa di Vito Dell’Aquila. Il titolo mondiale «meno 58 chili» conquistato l’altra notte sul quadrato di combattimento sudamericano porta la firma del 22enne mesagnese.
Tutto nel segno della Puglia, come l’ormai fenomeno brindisino delle arti marziali ci sta abituando da alcuni anni a questa parte. Una consolidata «denominazione di origine controllata», indice superlativo tipico dei campioni che chiama in causa pure il numero uno della taekwondo italiana. Anche nelle vene di Angelo Cito scorre linfa pugliese…, stavolta del gruppo sanguigno etichettato San Vito dei Normanni: «La conquista del titolo mondiale di Dell’Aquila - il commento a caldo del presidente Fita, Federazione che in Italia conta circa 30mila tesserati e 600 società affiliate - rappresenta un’impresa straordinaria che Vito ha conquistato con una serie di vittorie contro avversari fortissimi. Sono stati incontri al cardiopalma, con capovolgimenti del risultato agli ultimi secondi dalla fine che hanno esaltato il pubblico presente al palazzetto».
«Oggi - prosegue Cito - Vito ha dato all’Italia il suo secondo titolo mondiale nella categoria senior maschile dopo quello di Simone Alessio nella scorsa edizione. Questi due atleti sono entrambi primi nel ranking mondiale, consentendo all’Italia di essere l’unico Paese al mondo a possedere questo requisito. Sono orgoglioso di loro e di tutta la Nazionale guidata dal direttore tecnico Claudio Nolano che, sono certo, saranno ancora per molti anni protagonisti sulla scena internazionale. Se lo meritano».
Mentre Dell’Aquila riposa ancora per smaltire la fatica, Cito guarda già a domani: «Ora ci concediamo qualche giorno di riposo e poi partiremo per Riyad dove disputeremo il Grand Prix Finals che concluderà la stagione sportiva 2022. I festeggiamenti per l’oro mondiale di Dell’Aquila saranno rimandati a dopo, almeno in parte».
LA SCALATA AL VERTICE Sono le ore 2.28 italiane di lunedì quando dal Palasport Acuàtico Code Metropolitano torna a brillare la stella Vito Dell’Aquila, già campione olimpico a Tokio 2020 e da un giorno nuovo primatista mondiale nella categoria meno 58 chili per ben 140 punti nel cassetto del ranking olimpico. Il verdetto giunge al terzo round della sfida contro l’avversario storico, il coreano Jun Jang battuto 2-1al culmine di un match senza esclusione di colpi e due round di pura onnipotenza tecnica stravinti 13-4 13-6.
Dai sedicesimi alla finalissima, cinque scontri bastono al fenomeno mesagnese per scalare posizioni e mettere alle spalle tutti gli altri 51 partecipanti della sua categoria. Si parte dal 2-0 sia ai sedicesimi che agli ottavi rispettivamente contro il saudita Riad Hamdi e l’egiziano Mostafa Mamsour. Ai quarti sorpassa 2-1 il kazako Samirkhon Ababakirov, ribaltando una situazione iniziale di svantaggio per approdare in semifinale contro il messicano e beniamino di casa Brandon Plaza Hernandez.
Sino al tripudio della finalissima: «Sono contento per me e per l’Italia - le parole di Dell’Aquila ancora con la medaglia iridata al collo - . Mi dispiace per Simone Alessio, fuori nonostante fosse in testa al ranking. Saprà rifarsi e questo oro è anche suo e di tutti gli altri atleti che hanno preso parte al Mondiale. Rischiavamo di tornare a mani vuote - continua - pur avendo aspettative pari alla classifica con cui io e Simone ci siamo presentati. Questo oro è il risultato del lavoro e degli allenamenti che ogni giorno ci impegnano insieme, spalla a spalla. La dedica è a loro e alla mia famiglia, che ha dovuto fare nottata per vedermi».
Il biglietto da visita messicano di Dell’Aquila coincideva col terzo posto conquistato – sempre nella classe meno 58 chili – al Grand Prix del 21 ottobre a Manchester. Podio di lusso come quello di due anni fa a Tokio con la conquista della palma olimpica al vertice di un percorso iniziato nel 2017 a Muju (bronzo europeo), continuato a Kazan e Bari nel 2018 e ‘19 (bronzo e oro europei), sino al terzo posto britannico ottenuto ancora una volta agli Europei. Nello score complessivo, adesso manca solo un successo al Grand Prix: «Speravo arrivasse quest’anno a Roma, davanti al mio pubblico, ai miei amici, alla mia famiglia - conclude Dell’Aquila -. E, invece, purtroppo un infortunio a pochissimi giorni dalla gara ha compromesso la prestazione. Però prometto che mi rifarò presto».
Guanto di sfida lanciato al prossimo Grand Prix e all’Olimpiade di Parigi 2024.