MONOPOLI - Febbre da Pokémon. Per le strade gruppi di ragazzini si muovono alla ricerca degli amici di Pikachu e dei cosiddetti Pokémon stop. Sono i luoghi indicati sulla mappa della città per chi ha scaricato l’app dei Pokémon, la più venduta dell’anno. Ha stracciato tutti i record, ma ha anche reso dipendenti dai Pokémon schiere di appassionati di tutte le età.
Le «palestre» di allenamento dei Pokémon in città sono posizionate sulle più importanti piazze e chiese. Lì non è raro trovare gente che punta nel vuoto il proprio cellulare con lo sguardo perso e la convinzione di avere acchiappato non mosche ma Pokémon. Qualcuno però comincia a essere esasperato.
Non è un caso che al Bar Smeraldo, in pieno centro, è comparso il cartello con la scritta «In questo bar non ci sono Pokémon». Il signor Paolo, che sta alla cassa, spiega: «Ci siamo visti entrare nel locale un signore sulla trentina che ci ha puntato contro il cellulare ma poi abbiamo capito che non stava facendo fotografie ma cercava Pokémon. Ha preteso di spostarsi dietro il banco - racconta il cassiere - perché non riusciva a raggiungerli, almeno così diceva. Per questo abbiamo messo il cartello. Siamo esasperati e del resto non è il primo che viene a cercare i Pokémon».
Tutta colpa dei «Pokémon stop» della Villa comunale e di San Francesco d’Assisi. Vantaggi e svantaggi della tecnologia.