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Un folle Barbiere «pizzica» con Elio e le storie tese

 
Pasquale Bellini

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Pasquale Bellini

Un folle Barbiere «pizzica» con Elio e le storie tese

Grande attesa per lo spettacolo di domani al festival della Valle d’Itria

Venerdì 20 Luglio 2018, 21:56

Si rivolterà nella tomba, Gioacchino Rossini (e si commemorano i 150 anni dalla morte, nel 1868) ad ascoltare note e notizie di questo Figaro su, Figaro giù..! in scena domani sera a Martina Franca per il Festival Valle d’ Itria? Forse no, visto e considerato che il sottotitolo recita Rossini e il Barbiere: tutta un’ altra storia e che si garantiscono contaminazioni eccellenti con la Pizzica dell’ ensemble Notte della Taranta, nonché irruzioni dei Carri Carnascialeschi di Putignano?

Lo chiediamo, manco a dirlo, a quell'Elio, (sì proprio lui, il già front-man di Elio e le storie tese di felice memoria) che in questo Figaro è fra gli interpreti, sia su che giù, accanto all’ ideatore del tutto Francesco Micheli e al regista Gianmaria Aliverta.

«Non si rivolterà affatto nella tomba, Rossini, al contrario - spiega Elio (al secolo Stefano Belisari) - penso che godrà come un pazzo, o meglio come quel ragazzo godurioso che era. Non dimentichiamo che Rossini, quando scrisse il Barbiere di Siviglia nel 1816, era un giovanotto di 24 anni, più giovane di tanti e tanti rapper che oggi imperversano! Fatto sta che non esiste musica o cultura classica, in contrapposizione a musica pop, a cultura popolare, balle: esiste ciò che è bello e ciò che non lo è. Il Barbiere, anzi i Barbieri (visto che qui si dà conto anche di quello di Paisiello, con un paio di arie) appartengono a quel patrimonio già bello e pronto di cultura, musica e bellezza che troviamo rimestando nel calderone della nostra grande tradizione di melodramma popolare».

L’ innesto della Pizzica e delle Tarantate, l’ inserimento di una «storia di profondo Sud» nel nobile consesso del melodramma, funziona, funzionerà, chissà?

«Funziona, funziona prova ne sia che io di solito mi annoio subito, mentre qui mi diverto moltissimo. La storia è in questo paesino della Magna Grecia (qui, anziché a Siviglia, si suppone avvenga la vicenda) dove un turista in vacanza (Stendhal?) viene morso da un ragno, con conseguente intervento nella bottega di un barbiere (Figaro), dove dimora anche una Tarantola (sono io, sono io la Tarantola velenosa e afrodisiaca!), mentre imperversa una storia d’ amore fra un Conte, una Rosina, un Sindaco/Don Bartolo, imperversa anche un Carnevale, insomma un casino bellissimo!».

Lei, Elio, svolge quindi funzioni terapeutiche e salvifiche, in qualità di Tarantola?

«Sì, ammetto... che c’ è un briciolo di follia in tutto questo, ma c’ è del metodo, doverosamente, nella mia/nostra follia. Non a caso, nella mia storia, io da un lato ho esperienze e diploma (flauto traverso) al Conservatorio, poi ho un laurea in ingegneria (elettronica), che se non altro aiuta a mettere un po’ di ordine nelle cose, costringe a un certo metodo. Appunto nella follia, nella festa carnevalesca, nei colori e nel caos organizzatissimo che è la musica, quella di Rossini e del suo meraviglioso Barbiere in particolare».

Nello spettacolo, lei recita, pizzica, canta, o che altro ancora?

«Recito, mordo, pizzico (da brava Tarantola), canto anche talvolta, insomma... Figaro su, Figaro giù!».
Lo spettacolo a Martina Franca, domani (inizio alle 21 nel grande cortile dell’ Ateneo Bruni), si replicherà lunedì 23 a Martina, per poi essere allestito il 3 agosto a Otranto, nel Fossato del Castello Aragonese. Direttore Giuseppe Grazioli, scena Benito Lenori, costumi Sara Marcucci/Francesco Bondi. Sul palco, oltre a Elio, David Ferri Turà (Almaviva), Marco Filippo Romano (Don Bartolo), Maria Aleida (Rosina), Daniele Terenzi (Figaro), Peter Kellner (Don Basilio), Hannah Fraser (Berta), Davide Gasparro (lo Svegliato).

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