Arriva domani, venerdì 14 marzo, all'Officina degli Esordi di Bari (ore 21) Francesco Di Bella, musicista napoletano e frontman dei 24 Grana, per presentare dal vivo il nuovo album «Acqua Santa». Un disco poetico, coraggioso, rivoluzionario, che parla d'amore ed è stato anticipato dai singoli «Che ‘a fa?» con Alice (del collettivo Thru Collected) e «Menamme ‘e mmane». Un album che si incentra sui rapporti umani, sull'unione fra le persone.
Un amore universale, in che termini è pensato e che visione c'è dei rapporti umani nel 2025?
«Credo che nella società attualmente ci sia tanto individualismo e che ciò stia portando una grande crisi democratica. In questo disco mi sono concentrato su altruismo, carità e spirito di sacrificio, che oggi vengono visti come segni di debolezza. Mentre invece sono proprio i valori su cui ci dovremmo concentrare per amare e portare pace».
Altrove quest'album è stato definito «profondamente politico»: si riconosce in questa definizione?
«Probabilmente perché non ha paura di essere tacciato di retorica, e non accetto che questi discorsi lo siano. Mi sono tolto il bavaglio dalla bocca e ho detto la mia».
Il panorama musicale lo conosce e lo frequenta da tantissimo: che idea si è fatto dello stato di salute della musica in Italia?
«Ho sempre le antenne dritte sulla nuova scena italiana, e proprio questo mi ha consentito di individuare in Marco Giudici (cantautore e produttore) il produttore artistico per "Acqua santa", a cui ho dato carta bianca per alcune scelte sonore e lui ha ripagato la mia fiducia con un lavoro pieno di grande creatività».
Il singolo Che'a fa, che anticipava il lavoro, vede la presenza di Alice, del progetto Thru Collected: come è arrivato a questa scelta, tra l'altro collegata al territorio della sua Napoli?
«Conosco i Thru Collected già da qualche anno e adoro la loro visione della musica e dello show. È stato molto naturale chiedere ad Alice di scrivere un brano a quattro mani, proprio sulla Napoli dell’overtourism!»
Invece la situazione musicale proprio a Napoli come la vede? È al top delle classifiche…
«Sì, c’è tanta attenzione, cantare in napoletano è diventato di tendenza. Prima non era così, ma a me fa piacere».
Il tour è già partito da un po', che risposta c'è stata e che sensazioni ci sono da parte sua?
«Il concerto è incentrato proprio su Acqua santa, di cui eseguiamo tutti i brani. Dai primi live fatti posso dire che il pubblico sta gradendo molto questa nuova scelta sonora, che abbraccia ovviamente anche i pezzi vecchi».