L'intervista

Sinisi ci porta a «Lisbona» e anticipa l'album d'esordio: «Canto di amore e nostalgia, la mia Trani a volte mi manca»

Bianca Chiriatti

Il singolo, che esce il 13 dicembre, è il preludio al disco di debutto prodotto da Flavio Cangialosi

Esce venerdì 13 dicembre, distribuito da ADA Music Italy «Lisbona», nuovo singolo del cantautore e autore televisivo di Trani Sinisi. Un tuffo nella nostalgia di un amore che non c'è più, ma che continua a vivere nei ricordi intrisi di malinconia, un viaggio emozionale dove il cuore, anche se ferito, conserva la dolcezza di ciò che è stato. Il brano anticipa un progetto discografico di prossima uscita con cui Sinisi dimostra di essere ancora una volta un autore sensibile, capace di raccontare le fragilità e le sfumature dell'amore.

Da dove arriva l'idea di «Lisbona»?

«È un brano che parla di amore e nostalgia, ma soprattutto è una riflessione sulla difficoltà di lasciare andare le cose e le persone che ci hanno reso felici. La scelta di Lisbona non è casuale, è un ricordo personale, una città che ho visitato alcuni anni fa e che rappresenta un momento felice, diventando in questo caso simbolo di un passato quasi irripetibile. Inoltre Lisbona è una città profondamente legata al concetto di saudade, una parola portoghese intraducibile che esprime un sentimento di malinconia dolce, il ricordo nostalgico di qualcosa di bello che non tornerà più. Questo concetto rispecchia perfettamente il cuore della canzone».

Un amore ferito e malinconico: la rispecchia questo concetto?

«La malinconia è una sensazione che mi accompagna da sempre. Per me è quasi uno stato d'animo naturale. È un modo di vivere certe emozioni con profondità, come se ogni cosa avesse un sapore un po' nostalgico. È qualcosa che è parte di me, che mi definisce. È questo che mi rispecchia, più che l'amore ferito».

Il brano anticipa un progetto discografico più ampio: che tematiche tratta nelle sue canzoni e come funziona il processo di scrittura?

«Ho da poco terminato il mio primo disco che uscirà nei prossimi mesi, prodotto da Flavio Cangialosi. È un concept album, ogni canzone si collega all’altra, creando un filo rosso che unisce temi come la malinconia, la nostalgia e l’amore in tutte le sue sfumature. Si sviluppa come un viaggio introspettivo che si snoda attraverso le canzoni, proprio come un racconto che prende vita piano piano. Quando scrivo attingo spesso dal mio vissuto: magari mi colpisce una frase, un’immagine oppure un ricordo. La scrittura mi aiuta a rendere concreti pensieri e sentimenti che spesso sono difficili da esprimere».

Ha una carriera che attraversa musica e televisione, come questi due mondi si sono contaminati?

«Premetto che la musica e la televisione sono sempre state le mie prime passioni. Ho iniziato a cantare da piccolissimo e a scrivere le mie prime canzoni all'età di 10 anni. Parallelamente mi nutrivo di televisione, ne guardavo tantissima, spesso cercando anche spezzoni di programmi più vecchi. Pertanto sono due mondi che si sono contaminati in modo naturale nel mio percorso e che ad oggi sono interconnessi, si influenzano e si alimentano reciprocamente. Infatti nel mio lavoro è importantissimo entrare in empatia con le persone e questo mi permette di essere più introspettivo nella scrittura. Quando cerco di capire le loro storie ed esperienze, mi ritrovo a farmi carico di un bagaglio emotivo che diventa parte di me. Questo processo mi aiuta a vedere la realtà da prospettive diverse.

Che rapporto ha con la sua terra d'origine e con Trani?

«È un continuo gioco di contrasti, un vero e proprio amore e odio. Ci sono momenti in cui mi manca profondamente il suo sole, i suoi vicoli con i brusii e la canzoni in lontananza, le passeggiate sul mare. Mi manca soprattutto durante il periodo pre-natalizio, quando la città si anima di un'atmosfera speciale che mi fa sentire a casa. Ma allo stesso tempo, quando torno, dopo un po’ provo una certa inquietudine. Mi ritornano quelle sensazioni di tanti anni fa quando sentivo che dovevo allontanarmi da lì per inseguire i miei sogni. È come se il tempo fosse sospeso. È una città che mi fa sentire bene, che mi accoglie, ma che mi costringe anche a confrontarmi con quella parte di me che ho lasciato indietro. È un legame che non posso spezzare, ma che, a volte, mi fa sentire diviso tra il passato e il presente».

Se dovesse immaginare un obiettivo per questo 2025 in arrivo, quale sarebbe?

«Sarà già un anno significativo perché vedrà finalmente la luce il mio primo album (distribuito da Warner Music / Ada). È un progetto a cui ho dedicato moltissimo tempo e impegno, ed è il frutto del lavoro e della passione di tante persone che hanno contribuito a renderlo ancora più speciale. Il mio principale obiettivo sarà semplicemente condividere le mie canzoni e farle conoscere il più possibile, sperando che arrivino al cuore delle persone».

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