Sono stati tra i concorrenti più «esplosivi» dell'ultimo Sanremo: la band La Sad si è fatta conoscere per i suoi look eccentrici, i messaggi contro le discriminazioni, e il brano «Autodistruttivo».
E dopo il Festival arriva l'annuncio del nuovo disco che uscirà a breve, e del «Summersad Tour 2024», un giro d’Italia che il 30 luglio approderà a Gallipoli, al Parco Gondar, tappa dell'Oversound Music Festival. Il trio formato da Theø (capelli verdi), Plant (blu, direttamente da Altamura) e Fiks (rosa), ha anche vinto l'edizione 2024 del FantaSanremo, il gioco-social che premia le esternazioni più «folli» sul palco.
Non solo outfit inconfondibili (le giacche con la faccia punk di Amadeus tra le immagini di questa edizione) e il furto della borsetta: La Sad dal palco ha toccato anche temi tabù come il suicidio, ed è vicina all'associazione Telefono Amico Italia.
«Ci stiamo riprendendo, la sera della prima eravamo in ansia, non sapevamo l’impatto che avremmo avuto sul pubblico - racconta l’altamurano Plant, ormai amico della “Gazzetta” - peró c’è tanto entusiasmo. La canzone è la 12esima più ascoltata in Italia, tante persone stanno recuperando la nostra musica, altri si stanno ricredendo, ci avevano giudicato senza conoscerci». Un orgoglio, lo stesso che Altamura ha manifestato nei giorni precedenti al festival: «I miei erano all’Ariston la sera della finale - racconta - sono andati anche a presentarsi a Lino Banfi. E in città, il panico: manifesti, messaggi, gente nei pub con i maxischermi, sembrava la finale dei mondiali».
La Sad è riuscita a entrare nei cuori di tutti, anche dietro le quinte: «Eravamo le mascotte di tutti i cantanti in gara, ci siamo fatti tanti amici, dai Ricchi e Poveri a Renga e Nek. E poi per strada ragazzini e nonne ci chiedevano una foto».
Tra le istantanee della kermesse sicuramente la villa dove hanno vissuto con tutto il team, «Rimanevamo a parlare in salotto fino a notte fonda», e ovviamente il FantaSanremo: «Un orgoglio vincerlo - conclude - avevamo ogni sera uno schema, ognuno di noi faceva qualcosa, in tre è stato più facile».