l'iniziativa
La mia arte a difesa della «Gazzetta»: le installazioni di Giulia Agrosì
L’architetto nelle prossime settimane realizzerà installazioni per la città: «Questo giornale rappresenta la cultura che si veste di storia. Non possiamo perdere un patrimonio del genere. Io non ci sto»
«Dopo aver girato il mondo con i miei cantieri e la mia attività professionale sono tornata a casa perché avevo bisogno di ricaricarmi e cosa scopro? che la Gazzetta del Mezzogiorno è fallita. Mi sono detta: non è possibile! un giornale che rappresenta lo spirito e la cultura della mia regione, della mia Bari, non può uscire di scena così, devo fare qualcosa. Così ho deciso di trasformare in arte quello che sentivo, un'arte al servizio di chi ha rappresentato tanto».
L'architetto Giulia Agrosì è una specie di tornado, arriva in redazione dove racconta il suo progetto a difesa della Gazzetta, insieme a spezzoni della sua vita dalla quale si potrebbe tirar fuori un film. «Mi piace sperimentare – racconta ridendo – e ho una bella faccia tosta che non guasta mai. Sapete come ho ottenuto l'incarico di restaurare il palazzo del Pasha Mohamed Alì al Cairo? Presentandomi direttamente al committente. E quando quello mi ha chiesto di partecipare al progetto, me la sono anche tirata un po'». La risata della Agrosì è contagiosa non si può fare a meno di essere trascinati dentro i suoi racconti: lei è innamorata pazza dell'Egitto e chi la ascolta non può fare a meno di innamorarsi di lei.
Giulia Agrosì è una artista di fama internazionale, ha lasciato un pezzo di cuore ovunque abbia lavorato, dall’Egitto, all’Albania, o gli Usa.
«Per me la Gazzetta rappresenta la cultura che si veste di storia – spiega -. Vive da 134 anni e si rischia di perdere un patrimonio del genere? No, non è possibile. Io non ci sto».
Il progetto della Agrosì riguarda una serie di installazioni artistiche che saranno posizionate per Bari nella seconda metà di agosto. Un modo per sollecitare il dibattito attorno al nostro giornale, alla sua storia e perché no? Animare le coscienze di quanti sono cresciuti a pane e Gazzetta.
«Senza svelare troppi particolari diciamo che è un dono che sto facendo per la Gazzetta e la mia città. Ho trascorso l'infanzia a Bari, qui ho ancora amici e qui sono tornata dopo venti anni per ritrovare me stessa, dopo aver girato tutto il mondo. Io amo molto il restauro conservativo, cerco sempre di far riemergere l'anima di strutture ed oggetti. Quello che sto realizzando punta proprio in questa direzione».
L'architetto Agrosì al momento opera all'interno di un grande progetto «Just trash», che punta a «riciclare cultura». In italiano la traduzione letterale sarebbe «Solo spazzatura», ma in realtà è nuova vita a qualcosa che altri hanno gettato via. Senza voler svelare molti dettagli di quanto ha in mente di fare per la Gazzetta, la Agrosì prende questa materia di scarto e ridà loro vita. Trasformati in vere opere d'arte, questi oggetti acquistano valore e bellezza.
«”Just trash” è un grande progetto internazionale che sto portando avanti dal 2019 – spiega l'artista – e che ho intenzione di presentare anche al Mibact. All'estero queste iniziative hanno gran successo, legate al concetto di sviluppo sostenibile, del riciclo. Per la Gazzetta ho pensato a tanti spazi e momenti culturali dove riflettere, leggere ed ascoltare. Dove far emergere il grande contributo che in 134 anni questo giornale ha dato al Mezzogiorno. Poi vediamo cosa farne di queste installazioni artistiche: possiamo decidere di donarle al Comune, o metterle all'asta, magari attivando una piattaforma di crowfounding. In Italia il Mibact ha attivato i “bonus art” a disposizione delle imprese che vogliano fare donazioni, a favore del patrimonio culturale pubblico, io sono disponibile a donare le opere che sto producendo a quanti vogliano comprarle per sostenere la nostra Gazzetta».