Un gruppo di persone ha tentato di sfondare il cordone delle forze dell’ordine all’esterno della Prefettura di Taranto, dove è in corso una riunione convocata dal prefetto Donato Cafagna per discutere della situazione ambientale nel capoluogo e degli ultimi dati Arpa sull'inquinamento dopo l’allarme lanciato da alcune associazioni ambientaliste. Una delegazione di mamme è riuscita comunque a entrare nel Palazzo e chiederà di intervenire all’incontro, a cui partecipano i rappresentanti di Ispra (l'istituto nazionale per la protezione ambientale), Arpa, Asl, Comune, Regione e Provincia. Davanti alla Prefettura è in corso un presidio di mamme di alunni che frequentano le scuole del rione Tamburi (chiuse temporaneamente dal sindaco Rinaldo Melucci per i potenziali rischi derivanti dalla vicinanza alle collinette ecologiche dell’ex Ilva trasformate in discariche), esponenti di comitati e associazioni, i consiglieri comunali Massimo Battista e Vincenzo Fornaro.
Al grido «Taranto libera» e "Assassini, assassini» i manifestanti - che esibiscono manifesti con le scritte «I figli dei Tamburi chiedono giustizia», "Prigionieri della nostra città», «Malediciamo coloro che possono fare e non fanno», «Ora o mai più» - hanno poi tentato di superare il cordone delle forze dell’ordine. Buona parte dei cittadini presenti l’altro ieri si è resa protagonista di una protesta simbolica con l’apposizione di un lucchetto al cancello degli uffici della direzione dello stabilimento Arcelor Mittal (ex Ilva) di Taranto di un cartello con la scritta: «Oggi vi chiudiamo noi».
«Nessuna visita del ministro è stata mai programmata». E’ quanto si legge in una nota del Ministero dell’Ambiente, «in merito ad alcune dichiarazioni, secondo cui il ministro dell’Ambiente Sergio Costa si sarebbe dovuto recare a Taranto, per poi disdire».
Il vertice di cui si parla in queste ore, spiega il comunicato del Ministero - è tecnico e convocato dalla Prefettura con gli organi tecnici di competenza. «Questo incontro - afferma il ministro Costa - non è l’unico e non sarà l'ultimo ed è importante affinché si faccia non solo ordine nei dati, ma si possano mettere in linea e dare una risposta ai cittadini che giustamente sollevano un grido d’allarme»
(foto Todaro)