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Il Museo Diocesano di Otranto riapre e si rinnova: accessibile anche online

 
Redazione online

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Dal 21 giugno dipinti e volumi disponibili su tre piattaforme con quattro aree tematiche dedicate a fede, mondo, cultura e persona

Sabato 18 Maggio 2024, 16:10

OTRANTO - Un museo rinnovato che propone storia e futuro. Perché il museo diocesano di Otranto, in provincia di Lecce, si prepara a riabbracciare i visitatori che dal prossimo 21 giugno potranno lasciarsi conquistare da dipinti e volumi dall’immenso valore storico e culturale. Fino ad allora, curiosi e appassionati potranno sbriciare le bellezze dei beni ecclesiastici tramite clic. L’arcidiocesi di Otranto ha infatti rimesso a nuovo sito e profilo social per «trasformare in carne e ossa amici virtuali», ha spiegato l’arcivescovo monsignor Francesco Neri nel corso della conferenza stampa di presentazione delle novità culturali e comunicative relative ai tesori che sono custoditi nei beni ecclesiastici.

Reperti e frammenti della Chiesa idruntina sono ospitati nel palazzo Lopez, che si trova a pochi passi dalla cattedrale. Lì, distribuiti su tre piani, accessibili anche ai diversamente abili, si trovano colonne tortili, dipinti di pregio come l'opera dedicata a san Michele Arcangelo di fra Angelo da Copertino e le cinquecentine, custodite nella biblioteca diocesana e ora esposte nel museo. Il digitale diventa così un mezzo per diffondere storia e testimonianza.

E lo fa con tre piattaforme. La prima è dedicata alle attività dell’arcidiocesi con quattro aree tematiche - fede, mondo, cultura e persona - e un costante aggiornamento di notizie sulle iniziative diocesane che intendono «dare vita a un ecosistema che valorizzi le diverse realtà della comunità pastorale», ha chiarito Vincenzo Corrado, responsabile comunicazione della Conferenza episcopale italiana. La seconda piattaforma è relativa al pavimento della cattedrale che viene raccontato con immagini e schede che offrono a chi naviga tra i tesori artistici, emozioni e bellezza. La terza piattaforma si chiama Mabo, acronimo di museo, archivio biblioteca, e valorizza il patrimonio culturale ecclesiastico. «I mezzi di comunicazione non sono fini a se stessi ma servono stabilire contatti tra le persone- ha continuano l’arcivescovo - i Padri della chiesa ringraziavano le strade costruite dall’Impero romano perché permettevano anche la diffusione del Vangelo. Oggi le strade sono quelle del web e dei social. Ci inseriamo in questo flusso per inserirci nel linguaggio della società contemporanea».

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