Una mela al giorno

A scuola con «Pappa e Dindi»: educazione alimentare e prevenzione

Nicola Simonetti

Per malattie sessuali e infettive

"Pappa" e "dindi" sono voci onomatopeiche infantili che significano "cibo" ed  altro, usate da Dante nella Divina Commedia (Purgatorio XI, 105) per indicare l’ infanzia e il linguaggio semplice, usato dagli adulti quando parlano ai bambini. La pappa a scuola rappresenta un appuntamento educante affidato all’istituzione ma anche ai genitori che dovranno impegnarsi alla collaborazione, a non preparare mensa domestica con messaggi e comportamenti opposti alla scolastica, sorvegliare e, soprattutto, a curare che, a tavola, non ci sia un qualsiasi convitato comunque disturbante (tv, telefono, ecc.) nè piatti eccedenti le giuste quantità. L’educazione consapevole alimentare ed ambientale scolastica non può gravare sui soli insegnanti; essa deve essere condivisa, con la famiglia, supportata anche economicamente dalle Istituzioni in vista del livello di salute e dei risparmi economici che ne derivano. Indubbiamente, spesso, motivazioni finanziarie fanno preferire, a casa, cibi- spazzatura. Si auspicano interventi politici per l’introduzione di “prezzo politico” per i cibi-benessere, soprattasse per altri come, per esempio, la "Sugar Tax", un'imposta sul consumo di bevande dolci, che dovrebbe entrare in vigore, dopo rinvii, dal 1° gennaio 2026, ma anche controllo delle offerte dei dispenser e verifica severa dell’osservanza di divieti come quello di vendere alcolici e tabacchi ai minori. Il prof. Francesco Schittulli, presidente nazionale della Lega Tumori, ha proposto, da tempo, l’offerta di frutta fresca nei dispenser scolastici e l’eliminazione di bevande o prodotti non consoni con i dettami dell’educazione alimentare. Il chirurgo, oncologo barese ha anche raccomandato la preferenza da dare all’olio extravergine di oliva e l’adozione di corretta, tradizionale dieta mediterranea che, allo stato purtroppo, è osservata solo dal 5% della popolazione italiana (men che meno, dai ragazzi), la diffusione dell’esercizio fisico che è praticato, più o meno regolarmente, dal 66,1% dei ragazzi di 15-17 anni (più in palestre a pagamento) ma, poi, decresce paurosamente. Manca l’educazione specifica, la promozione e l’offerta gratuita. Preoccupa l’obesità infantile che dilaga In Italia; in Puglia, il 12% della popolazione è sovrappeso e si stima che 300.000 pugliesi siano obesi. Tra i bambini, 4,8% ha obesità grave, il 10,3% obeso, il 21,6% in sovrappeso. E questi numeri sono altrettanti campanelli di allarme per la società di oggi e, del domani. IL DINDI, inteso come “altro”: educazione e prevenzione di malattie- Bisogna recuperare il concetto corretto riguardo alle vaccinazioni: esse sono efficaci ed a rischio minimo e controllato. Controproducente seguire false alternative. Al responsabile della sanità della Florida, il chiacchierato Joseph Ladapo, in procinto di abolire l’obbligo vaccinale, il prof. John Moore, celebrità scientifica, docente di microbiologia e immunologia Weill Cornell Medicine di New York, ha consigliato “preparate anche tante piccole bare”. La consapevolezza, tra gli studenti (“disorientati e spaventati piuttosto che informati”), del rischio infezioni trasmesse via sesso è in netto calo (diffusa è la credenza che la pillola contraccettiva eviti anche le infezioni) mentre i contagi sono aumentati del 18% rispetto al 2000 (sifilide più 20%, aumentati clamidia 25%, gonorrea 50% e condilomi 43% dei casi, herpes 7%). Del pari aumentati gravidanze, interruzioni clandestine e non. La frequenza di queste infezioni e loro sequele è 3 volte più elevata nelle 15-24enni rispetto alle over 24 anni. La vaccinazione HPV (per maschi e femmine), arranca mentre, in Italia, si verificano ogni anno 3500 nuovi casi di carcinoma della cervice uterina,1000 decessi, e circa 11.000 -13.000 lesioni correlabili con il papilloma virus. Problemi tutti che reclamano un impegno corale e non “”scaricabili” solo su genitori, insegnati, scuola.

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