Una mela al giorno
Giornata Nazionale dedicata ai Disturbi del Comportamento Alimentare: è allarme
«Qualcosa nell'educazione dei ragazzi non va»
Oltre tre milioni di persone soffrono di DNA ( Disturbi della Nutrizione e dell’Alimentazione). Per ogni cento ragazze in età adolescenziale, dieci soffrono di qualche disturbo collegato all’alimentazione e a uno delle due forme più gravi come anoressia e bulimia Fino a qualche anno fa, l’età di esordio era fra i 14 e i 16 anni, oggi è scesa a 11-13 anni, specie in donne”. Galeotta, forse è la fretta che, in famiglia come nella società, non si presta molta attenzione a come i figli dialogano con il cibo, spesso lasciato a sè stessi. O, forse, troppo poche le ore che la Scuola dedica all’educazione alimentare”.
“ Il disturbo alimentare non è un capriccio, non è un fatto di cronaca, e non è una semplice statistica” (Angelica Giambelluca, giornalista) “Negli ultimi anni, complice anche il lungo periodo di isolamento sociale provocato dalla pandemia – si è detto a incontro organizzato da Auxologico IRCCS - tali disturbi hanno registrato un incremento superiore al 30%. Questa giornata sia l’occasione per richiamare l’attenzione delle istituzioni su questa patologia alquanto complessa, per la quale muoiono più di 4.000 giovani ogni anno.
“Cogliere tempestivamente i segnali di disagio premonitori di un disturbo della alimentazione e della nutrizione – dice Mario Colombo, presidente di Auxologico - costituisce elemento di successo della cura laddove vi sia una presa in carico da parte di professionisti e centri sanitari specializzati che operino in rete per garantire interventi ambulatoriali, di day hospital, di ricovero ospedaliero e residenziale”.
"Oggi è sempre più difficile riconoscere e affrontare questi problemi. Viviamo in un’epoca in cui – dice Massimo Angelelli, direttore ufficio nazionale pastorale della salute della Conferenza Episcopale Italiana - siamo costantemente esposti e spesso ci sentiamo inadeguati di fronte ai modelli di riferimento che ci vengono imposti. Questo può generare dinamiche complesse, che talvolta sfociano in disturbi di varia entità. Per questo, è fondamentale educare all’accettazione di sé, riconoscendo che le fragilità non sono qualcosa da nascondere o cancellare, ma parte integrante della bellezza e unicità di ogni persona".
“Va ricordato che i disturbi alimentari possono portare a gravi complicazioni mediche, tra cui disfunzioni a carico di vari organi dovute a malnutrizione, comportamenti di abbuffate seguite da vomiti ed esercizio fisico compulsivo. Le complicazioni più comuni includono problemi cardiaci, neurologici, polmonari, gastrici, ematologici e dermatologici, molti dei quali sono tuttavia reversibili con un trattamento appropriato. Ecco perché i DCA richiedono non singole figure sanitarie, ma team multidisciplinari in grado di accogliere, gestire e curare i giovani pazienti in strutture protette, siano esse ambulatoriali che ospedaliere.
“La cura di un disturbo alimentare necessita non solo di una serie di professionisti che collaborano insieme (psichiatri, internisti, endocrinologi, psicoterapeuti, dietisti), ma anche di livelli di cura di intensità diversa a seconda della necessità del paziente”
“Il corpo è teatro della mente. I DCA sono una patologia psichiatrica, ma hanno conseguenze sul fisico di diversa gravità con danni spesso irreversibili, a volte fatali. Colpiscono nella maggior parte dei casi i giovani causando non solo grandi sofferenze ma anche costi economici elevati per famiglie e sistema sanitario (troppo spesso inadeguato e carente). La prevenzione diventa quindi un’arma fondamentale. Auxologico è impegnato da tempo a diversi livelli per: evitare l'insorgere della malattia con interventi educativi e di sensibilizzazione sul territorio (lavorando con scuole, oratori, associazioni sportive, famiglie); favorire la diagnosi precoce rendendo capaci i diversi interlocutori di intercettare all’esordio il disturbo in modo che il soggetto che inizia ad avere un comportamento a rischio venga inviato rapidamente in ambito specialistico multidisciplinare; gestire i malati il meglio possibile, modulando gli interventi nei diversi livelli di cura per evitare le complicanze maggiori, fisiche e psicopatologiche, e l’eventuale cronicizzazione” (dr Emanuela Apicella, U.O. Riabilitazione dei Disturbi Alimentari e della Nutrizione di Auxologico Piancavallo).
“Troppo spesso – denuncia Francesca Fialdini, giornalista Rai - i segnali dei disturbi del comportamento alimentare vengono sottovalutati o nascosti dietro un silenzio che rende ancora più difficile affrontare il problema. Attraverso “Fame d’Amore” e l’Istituto Auxologico, abbiamo visto da vicino tante storie drammatiche che sottolineano l’importanza di riconoscere tempestivamente il disturbo e intervenire. La prevenzione, quindi, diventa essenziale: informare, sensibilizzare e offrire strumenti di supporto può davvero fare la differenza. Oggi, oltre ai canali tradizionali come la televisione, abbiamo un’opportunità in più grazie ai nuovi canali di comunicazione, che possono diventare un potente mezzo per diffondere consapevolezza, abbattere stigmi e raggiungere chi ne ha più bisogno…chi soffre di un disturbo psichico non ha nulla di cui vergognarsi e, se chiede e ottiene aiuto può guarire ” .
Nicola Simonetti