Agil@Mente
Se quella della mamma fosse la festa materna, sarebbe universale
Tanti sono i dibattiti legati intorno al concetto di maternità, da quello relativo alle opportunità di lavoro a quello del gap di genere, fino al tema della maternità surrogata su cui ancora si discute
Tanti sono i dibattiti legati intorno al concetto di maternità, da quello relativo alle opportunità di lavoro a quello del gap di genere, fino al tema della maternità surrogata su cui ancora si discute. Tra le violenze intese come violazioni di opportunità eque per lavorare e quelle psicologiche e fisiche, è chiaro che il circuito di sofferenza che attanaglia molte donne anche madri, è come una filiera da cui nasce e si propaga il circolo vizioso.
Se provassimo oggi a soffermarci invece sulle qualità della maternità, scopriremmo che l’essere materni, appartiene a molte e molti, quando a questo sostantivo si attribuisce un valore che richiama l’arte del generare, del dare, del prendersi cura, di cui tutti abbiamo bisogno ad ogni stadio della vita.
La maternità è anche gestazione, contenimento, che permette la maturazione. Un contenitore non solo fisico e biologico, ma psicologico e affettivo, che prosegue la sua opera nel tempo, talvolta anche molto tempo dopo la crescita dei figli. A ben vedere la nostra società sembra avere ancora bisogno di contenimento e di cure, di amore, di affetto, di un dialogo che prosegue con dei contatti oculari che legano all’esperienza comune della vita. Le solitudini di vario genere sono uno dei mali più diffusi e incurabili.
La mamma è sovente un simbolo di amore infinito e incondizionato, la parola più pronunciata in punto di morte. L’esperienza di avere una mamma in modi differenti è presente per chiunque sia stato generato in un modo o nell’altro e anche se non sempre aderente alle legittime aspettative, la mamma evoca riparo, protezione, accoglienza, ma anche forza, determinazione, perseveranza, sacrificio. Non sempre è vero il contrario, cioè conoscere l’esperienza dell’essere madre, perché per molte la maternità non è scontata, spesso è negata, o resa impossibile.
In una dimensione più alta, la maternità è una condizione che può essere sperimentata nelle abitudini e nei comportamenti, facendo propria l’attitudine alla cura e alla donazione, anche più dell’esperienza biologica e fisica. C’è bisogno di un’esperienza materna allargata: la città può essere madre per i propri abitanti, i luoghi possono essere materni attraverso spazi belli e utili a tutte le diverse necessità, con forme e colori che esaltano l’armonia e la familiarità. Le politiche, le leggi, i luoghi di lavoro, le persone possono essere materne, le parole gentili possono essere madri di pensieri e azioni, fino a generare comunità materne, luoghi di gestazione, culle di umanità per la crescita; per favorire una comune responsabilità reciproca al benessere e alla coesione sociale.
Se quella della mamma fosse la festa del saper essere materni, sarebbe universale.