Agil@mente
Chi tradisce, tradisce prima di tutto sé stesso
Il tradimento che sia estivo o invernale, per amore o per piacere, è sempre una mina vagante all’identità profonda del soggetto che lo commette
Il tradimento che sia estivo o invernale, per amore o per piacere, è sempre una mina vagante all’identità profonda del soggetto che lo commette.
Tradire chi?
Chi tradisce, tradisce prima di tutto sé stesso. Forse non consapevolmente, ma il tradimento ha a che fare con il discostamento dalle scelte effettuate in un preciso istante della propria vita, rispetto ad una volontà o ad un desiderio. Prima di tutto è il tradimento di un proprio impegno con sé stessi e con il proprio progetto di vita e poi è anche il tradimento di un’altra persona.
Non rappresenta un problema in sé l’atto del tradire, ma comporta certamente uno scombussolamento del sistema dei valori e delle convinzioni che compongono l’identità della persona.
Al di là dei fattori scatenanti, agire senza considerare il perché delle proprie azioni, e quindi sulla base di impulsi, istinti e passioni, non è solo un problema morale, rispetto ad un sistema socialmente riconosciuto di norme e regole, ma ha a che fare con lo sgretolamento del nucleo centrale della persona. Non è raro, infatti, che ad esso seguano sensi di colpa e di vergogna e scarsa capacità di elaborazione profonda dell’avvenimento, rispetto al quale è probabile che vengano agite difese arcaiche, come negazione, rimozione e repressione. Meccanismi che eliminano l’effetto delle conseguenze sul piano emotivo e sentimentale ma che non aiutano il soggetto a recuperare il proprio sistema di congruenza intima interiore, rispetto alla propria identità e personalità. Esso rappresenta un accumulo di esperienze ed emozioni che si sedimentano e che possono provocare profonde voragini, che diventa difficile riempire se vengono scoperchiate dalla vita. Profondi vortici che risucchiano - anche inconsciamente – se smossi da esperienze rievocative, da momenti difficili, di dolore o di esposizione ad eventi di grande portata emotiva.
Molti sono abituati a pensare ai tradimenti come delle innocue esperienze estive, che possono riguardare tutti noi, come fossero leggeri fuori programma che aiutano a staccare dalla routine quotidiana e che non intaccano la vita, la propria, né tantomeno quella dei propri affetti primari con cui si sono intessute trame comuni.
Ma il meccanismo perverso della superficialità di chi non è consapevole del valore della vita interiore, colpevole di una scarsa capacità di valutazione delle proprie scelte, si rivela con un impatto devastante attraverso le conseguenze, che il dato di fatto presenta in tutta la sua potenza. A quel punto la superficialità è un lontano ricordo e la vita restituisce all’improvviso l’urto violento della violazione della scelta primaria, del patto di fiducia coniugale, che non rendeva interdipendente soltanto i soggetti della relazione, ma anche ciascun soggetto, legato indissolubilmente alla propria fisionomia identitaria, che viene intaccata irrimediabilmente.
Resta solo la possibilità di scelta, ancora una volta, tra il recupero della propria autentica identità e la negazione, per continuare ad accrescere il fardello segreto di un meccanismo fragile che si espone alla propria auto frantumazione.