La tragedia

Taranto, parla il testimone: «Una nube scura, poi la gru non c'era più»

Redazione online

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Secondo Simeone Piergianni, collega del 31enne Mimmo Massaro, i gruisti erano stati avvisati, ma c'è stata un'anomalia del braccio meccanico

Un picco di vento a 110/120km/h, unito a un'anomalia della gru che ha impedito alla cabina in cui si trovava Mimmo Massaro, l'operaio disperso a Taranto dopo la caduta in mare della gru Mittal, di scendere. È questa secondo Simeone Piergianni, collega di Massaro, il 31enne di Fragagnano (Ta), la causa della tragedia. «Non era prevista allerta meteo - racconta - il bollettino al mattino portava solo forti venti di burrasca. Poi c'è stato un picco, come si può vedere dall'anemometro, il vento è salito a 110/120 km/h e i gruisti sono stati avvisati di scendere. Ma c'è stata un'anomalia, la cabina di Mimmo non è riuscita a traslare. Siamo rimasti in contatto telefonico, noi da terra non riuscivamo a vedere nulla, solo una nube nera. Quando il cielo si è schiarito, la gru non c'era più. Abbiamo avuto tutte le accortezze possibili, non potevamo fare niente»

(video Todaro)

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