L'attore

Franco Ferrante va a lezione di teatro dal figlio di 10 anni

Livio Costarella

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Tra ironia e nonsense l’attore con il piccolo Vito. A giorni nel film «La rivincita» di Leo Muscato

«Buongiorno e benvenuti nel mio ufficio». Iniziano così, da poco più di un mese, i mini video ironici dell’attore barese Franco Ferrante, lanciati sulla sua pagina Facebook dall’interno della propria auto. Nati per gioco e senza pretese, con lo spirito del nonsense, le clip della durata media di circa un minuto si sono arricchite negli ultimi giorni di una presenza fissa che ha fatto alzare lo share: suo figlio Vito, decenne, è talmente spigliato, espressivo e simpatico, che ha occupato il posto di comando dell’ufficio.

Non solo: è anche il singolare «maestro» del papà attore, in un laboratorio teatrale in pillole, in cui ogni mattina vengono impartite lezioni sui fondamentali, dalla dizione all’energia della voce, dall’improvvisazione alla respirazione.

«Adesso mi parla persino di commedia dell’arte!», scherza Ferrante, che con una buona dose di autoironia affronta il difficile periodo di fermo lavorativo, con la speranza di tornare al più presto sul palcoscenico. «Prima del lockdown - spiega - ero in tournée con Il misantropo di Molière (con la regia di Tonio De Nitto e la Factory Compagnia Transadriatica) e Il problema, un dramma sull’alzheimer con la regia di Paola Fresa per la Fondazione Sipario Toscana. Ad aprile avrei recitato in Midnight Barabba (regia di Otello Cenci) a Foggia e San Severo. Un altro spettacolo che avrebbe ancora girato è La bisbetica domata di Shakespeare, prodotta sempre dalla leccese Factory. In Germania ad aprile hanno stanziato subito 5mila euro per gli artisti e i freelance, noi siamo costretti a mobilitarci per i sit-in. Lo stato dovrebbe riflettere sulla nostra condizione».

Ferrante è attivo anche in ambito cinematografico: da giovedì 4 giugno, su RaiPlay, potremo vederlo nel ruolo del sardonico autista di uno strozzino ne La rivincita, il film di Leo Muscato su un soggetto di Michele Santeramo, girato a Martina Franca e dintorni. «Sarebbe stato proiettato in anteprima al Bifest - afferma Franco -, una bellissima occasione per tutti noi, in un cast in gran parte pugliese». Mentre a dicembre 2019 l’attore ha terminato di lavorare sul set di una coproduzione italo-olandese (Jolefilm e Halal), per un film la cui distribuzione è adesso un punto interrogativo.

«Cerco di vedere sempre il bicchiere mezzo pieno: in questo periodo ho passato più tempo con la famiglia e i miei figli: oltre a Vito, c’è Gabriele, che ha cinque anni e al quale avevo dedicato il monologo Arcangelo. A breve diventerà un libro, edito da La Meridiana».

Intanto il piccolo Vito Ferrante, con tanto di erre alla francese e un savoir-faire da vero maestro, dà lezioni di teatro al papà.
«Ho iniziato a girare i video in auto - prosegue Franco - perché avevo bisogno in alcune situazioni di estraniarmi da casa. Dove ricevere o fare telefonate di lavoro? La mia auto, a cento metri da casa, era l’unico luogo in cui potevo rifugiarmi: con la batteria a terra, ma con rigorosa autocertificazione, ho iniziato per gioco tutte le mattine. Poi un giorno Vito mi ha seguito ed è sorto questo duetto. Tutto molto naturale, senza preparare granché: pian piano mi sono accorto che il ribaltamento dei ruoli era vincente. E a casa il gioco teatrale è una regola: tutti i miei abiti di scena sono giocattoli per i miei figli. Per non parlare delle favole, che non mancano mai: non a caso con Vito citiamo anche ciò che leggo loro, come Le avventure di Pinocchio o Il piccolo principe. E la commedia dell’arte, ovviamente!».

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