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L'epica degli ultimi di Leogrande, Koreja riporta in vita l'intellettuale

 
Alessandro Salvatore (foto-video Giannuzzi)

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Alessandro Salvatore (foto-video Giannuzzi)

A Lecce è andata in scena l'anteprima dell'opera dedicata allo scrittore. Il debutto nazionale il 20 maggio al Salone di Torino

Venerdì 22 Aprile 2022, 21:44

22:11

LECCE - Alessandro. Dal latino «colui che protegge gli uomini». L'indizio svela l'antologia dello scrittore a cui Teatro Koreja dona un tributo che ne racchiude la «penna umana». Alessandro. Un canto per la vita e le opere di Alessandro Leogrande, la cui anteprima nazionale si è tenuta ieri sera ai Cantieri Teatrali «Koreja» di Lecce. Sul palco uno spettacolo con la drammaturgia di Fabrizio Saccomanno e Gianluigi Gherzi. Sulla scena lo stesso Saccomanno insieme ad Elisa Morciano, Emanuela Pisicchio, Mariarosaria Ponzetta e Andjelka Vulic. Coproduzione Ura Teatro. L'opera, dopo l'anteprima di ieri, debutterà il 20 maggio presso la Casa del Teatro Ragazzi e Giovani di Torino, nell’ambito del programma Salone OFF, del Salone Internazionale del Libro.

Il 20 maggio non è una data a caso, perché è il giorno della nascita di Alessandro Leogrande, che avrebbe compiuto 45 anni. Ci restano i suoi quarant'anni come un patrimonio a cui «abbeverarci». Si perché, come scrive Koreja, che dal romanzo di Alessandro Il naufragio ha ricostruito l'opera-verità sulla tragedia dei migranti in mare Katër i Radës, «è grazie al suo lavoro attento e potente, che Leogrande continua a vivere nel ricordo di tanti amici, dei suoi lettori e di tutti quelli che lo hanno conosciuto. Ecco perché, a quasi cinque anni dalla sua scomparsa» Koreja dedica «uno spettacolo che fosse un omaggio all’intellettuale, all’uomo e soprattutto all’amico con cui ha condiviso progetti, idee e battaglie».

Alle 20,45 di ieri è andata in scena l'opera inedita dedicata alla penna di frontiera, allo scrittore senza bandiera se non quella universale dei diritti. A dirigerla e interpretarla il galatinese Fabrizio Saccomanno che non ha conosciuto personalmente Leogrande, ma che attraverso i suoi studi antropologici e pedagogici ne ha saputo cogliere la fiamma. Di una umanità feroce, segnata dalla spinta riflessiva e attraversata da una critica che affonda nell'«inferno degli ultimi», il girone dantesco di cui Alessandro amava scrivere. Dai suoi concittadini distrutti dall'inquinamento dell'Ilva al migrante estromesso dai confini italiani di Tor Pignattara fino a essere ucciso; dalla parabola disperata degli esuli albanesi ai coltivatori di pomodoro della Capitanata schiavi del caporalato.

Ha invece conosciuto e lavorato insieme con Leogrande, il fondatore e direttore di Teatro Koreja Salvatore Tramacere. La sua realtà, dal 1985, ha intessuto rapporti con una quarantina di Paesi del mondo. Tramacere firma la consulenza artistica di Alessandro. Il «canto» racchiude la vita e le opere di colui che Koreja definisce «un intellettuale straordinario». Ai Cantieri Koreja di via Dorso è stato snocciolato un «racconto di un giovane che sceglie di tenere gli occhi aperti sulla realtà che lo circonda, di dedicare la propria vita a donare luce a quello che rimane oscuro e nascosto nei luoghi più terribili, d’impegnarsi a smontare gli stereotipi e le frasi fatte con cui allontaniamo da noi i drammi che percorrono il nostro presente, di stare sempre e comunque dalla parte degli “Ultimi”. Alessandro è Taranto; è viaggio nei ghetti dei migranti, persi nelle campagne. Alessandro è meraviglia di fronte a un quadro di Caravaggio, è capacità poetica di stare vicino al dolore, anche a quello che nessuno sopporta di vedere. E' pratica altissima di una "pietas" dello sguardo, di un conoscere che parte dall'empatia, di un agire intellettuale continuamente bagnato dalla vita, dall'esperienza, dal rischio personale. Alessandro è per tutti noi un compagno di viaggio in questi tempi difficili, una fonte inesauribile d'ispirazione, un invito alla visionarietà. Alessandro è teatro pulsante, dove memoria, presente e utopia non sopportano mai, come in tutta la sua opera, di essere separati».

Al termine dello spettacolo Saccomanno ha incontrato gli spettatori presenti, tra questi la mamma di Alessandro, Maria, fonte di vita oltre la vita. Ascoltatrice di un percorso di educazione alla visione, per avvicinare il pubblico al mondo del teatro e alla visione critica dello spettacolo. «Per conoscere chi non c'è più, per coglierne l'essenza formativa, bisogna leggerlo» ha detto Saccomanno, il Leogrande sulla scena. L’incontro è stato realizzato in collaborazione con l’associazione Palchetti Laterali. Oltre il terreno Alessandro ha apprezzato perché lo scrittore tarantino amava l'incontro con l'«altro».

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