operazione recover

Bisceglie, nel porto traffico di droga e sigarette con la complicità di finti pescatori: 13 arresti/VIDEO

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Quattro in carcere e nove ai domiciliari, tra cui due donne. L'operazione iniziata nel giugno di due anni fa coinvolge persone del posto, tranne una che risulta residente a Desio, in Lombardia

BISCEGLIE - Droga e sigarette che raggiungevano il porto di Bisceglie, nel nord Barese, grazie alla complicità di alcuni pescatori del posto che con le loro barche ne aiutavano l’importazione.

Sono 13 le persone arrestate (quattro in carcere e nove ai domiciliari), tra cui due donne questa mattina e accusate a vario titolo di cessione, offerta in vendita, distribuzione e commercializzazione di sostanze stupefacenti e di importazione, trasporto e vendita di tabacchi lavorati esteri di contrabbando.

L’operazione, denominata Recover e iniziata nel giugno di due anni fa, ha permesso di accertare un traffico di droga e di tabacchi di contrabbando gestito dagli indagati. Gli arrestati sono per lo più di persone del posto, tranne una che risulta residente a Desio, in Lombardia. Ingente il quantitativo di tabacchi e droga sequestrato nel corso delle indagini.

Gli arresti sono stati eseguiti dai carabinieri del comando provinciale di Barletta- Andria- Trani coadiuvati dai reparti specializzati dello squadrone eliportato carabinieri cacciatori Puglia, del sesto nucleo elicotteri carabinieri di Bari e del nucleo cinofili di Modugno e in collaborazione con la compagnia carabinieri di Desio.

Un gruppo «spregiudicato, senza scrupoli che aveva come unico obiettivo fare soldi e per questo metteva a disposizione la propria caratura criminale e la logistica per trafficare sigarette di contrabbando e droga. Persone pronte a tutto anche a fingersi pescatori, pur di guadagnare il piu possibile». Così, il colonnello Massimiliano Galasso, comandante provinciale dei carabinieri di Barletta- Andria - Trani ha commentato l’operazione coordinata dalla Procura di Trani che oggi ha portato all’arresto di 13 persone tra Bisceglie e la Lombardia, la gran parte con precedenti penali.

In quattro sono finiti in carcere (Diego Lorusso, 35enne residente in provincia di Monza e Brianza, Pietro Vallisa 44 anni di Bisceglie, Francesco Sgroni, biscegliese di 58 anni e Adamo Zingarelli di Bisceglie), nove agli arresti domiciliari. Tra loro ci sono anche due donne, Antonietta Catanzaro di 45 anni di Bisceglie e Sanita Karahasanovic, 32enne di origini bosniache, «utili a eludere i controlli», ha precisato il tenente Alessandro Rundo della tenenza dei carabinieri di Bisceglie.
Gli indagati «impiegavano barchini su cui caricavano il prodotto ittico per nascondere sigarette e droga ed erano soliti indicare il tipo di merce illecita trasportata in modo criptico», ha continuato il tenente. E così «cernia» oppure «orata» erano un modo per indicare i tabacchi che «arrivavano per lo più dalla rotta balcanica. Lo stupefacente invece, arrivava da Torino per essere smerciato a Bisceglie e nei comuni vicini», ha specificato Galasso.

Il giro di affari si aggirava attorno a svariate migliaia di euro. «Dalla piazza quotidiana tiravano su tra i 5 e i 10mila euro», ha sottolineato il colonnello spiegando che nel corso delle indagini, iniziate nel giugno di due anni fa e terminate nello scorso febbraio, i carabinieri hanno sequestrato più di una tonnellata di sigarette di contrabbando del valore di oltre tre milioni di euro.
«Merce che gli indagati hanno provato a recuperare con un tentativo di rapina a mano armata compiuto un mese e mezzo dopo il sequestro e questo, evidenzia la sfrontatezza che li caratterizzava», ha dichiarato Rundo chiarendo che il nome dell’operazione Recover ha preso il nome proprio dal colpo sfumato.

Nel corso degli accertamenti investigativi, i carabinieri hanno messo a segno alcuni arresti «ma chi finiva in carcere era in grado di dare direttive dalla cella. Un modo di fare che denota come il traffico criminale era primario rispetto a quello ittico che caratterizza l’economia di Bisceglie», ha dichiarato Galasso ribadendo che «la Marineria della città non è coinvolta nell’inchiesta».

«Con l’attività di oggi, diamo un senso di rassicurazione sociale a una cittadina come Bisceglie, che è rigogliosa, laboriosa, dove c'è tanta richiesta di sicurezza da parte della cittadinanza. Penso che così riusciamo a dare una rassicurazione sociale oltre a interrompere dei traffici illeciti che sono milionari e che comunque vanno a ledere su quella che è la sicurezza del territorio», ha concluso Galasso.

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