La storia
Bari, si ripete la magia della luce e della pietra: il solstizio d’estate nella Cattedrale di San Sabino
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Il solstizio d’estate in San Sabino è molto più di un fenomeno astronomico: è un rito di luce, un canto tra cielo e pietra dove l’arte, la fede e la storia s’intrecciano
Nel cuore della Cattedrale di San Sabino, a Bari ogni 21 giugno, intorno alle 17:10, avviene un fenomeno di straordinaria potenza simbolica ed estetica. I raggi del sole, filtrando attraverso il rosone della facciata romanica, attraversano la navata e si posano perfettamente su un rosone marmoreo intarsiato nel pavimento, proprio davanti all’altare maggiore: è la magia del sole e della pietra che da oltre mille anni si ripete.
Sebbene l’evento abbia oltre mille anni di storia, è rimasto celato fino al 2002, quando i restauri hanno riorganizzato la disposizione dei banchi e messo in luce il rosone pavimentale. Solo allora, grazie all’azione del sacrista Michele Cassano, si è compreso che la luce solare incrociava esattamente l’elemento decorativo sottostante Da allora l’evento è diventato un rito annuale aperto a tutti, che coniuga elementi sacri ed artistici: c'è chi danza scandendo il passaggio dal buio alla luce, chi prega e chi canta. L’evento esprime perfettamente l’anima romanica della cattedrale, costruita tra XI e XII secolo su preesistenze bizantine, concepita per dialogare con i movimenti del sole. Come molte chiese dell’epoca, anche San Sabino funziona come calendario cosmico, celebrando l’intreccio tra natura, tempo e sacro.
Oggi, il rito del solstizio richiama fedeli, cittadini e turisti, anche da altre regioni, che ascoltano la luce diventare musica, danza e silenzio sacro. Un momento di metanoia, dove la luce – simbolo di rinascita e presenza divina – trasforma la pietra in altare di coscienza e meraviglia.