Agivano nel quartiere Libertà

Bari, arrestati 7 vicini al clan Strisciuglio per estorsione: bruciarono locali ditta pompe funebri

Redazione online

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L'ultimo dei 7 è stato fermato ieri all'aeroporto di Palese mentre tornava da Sharm-el-Sheikh

La polizia di Bari ha fermato 7 persone ritenute vicine al clan Strisciuglio per tentata estorsione aggravata, porto e detenzione illegale di armi da fuoco. Dei 7, l'ultimo è stato fermato ieri mattina all'aeroporto di Bari Palese, di ritorno da Sharm-el-Sheikh. Le indagini erano cominciate a novembre scorso, dopo l'incendio dei locali di una ditta di onoranze funebri del quartiere Libertà. È emerso che c'era stato un tentativo di estorsione di denaro, con minacce, che però il titolare non aveva soddisfatto. Al vertice del gruppo la Polizia colloca Ivan Caldarola, 19 anni, figlio di Lorenzo, ora in carcere, storico esponente di punta del clan Strisciuglio. 

Inoltre il gruppo criminale la sera del 24 dicembre scorso aveva esploso numerosi colpi di arma da fuoco verso una saracinesca di un circolo ricreativo dello stesso quartiere, probabilmente per intimidire la popolazione. Il capo dell'organizzazione poche ore prima di essere fermato aveva cercato di procurarsi un kalashnikov. Nel corso delle varie perquisizioni sono state sequestrate due pistole, 50 munizioni di vario calibro, un giubbotto antiproiettile, 300 grammi di eroina e 22 grammi tra hashish e marijuana. I 7 sono stati condotti in carcere: sono Antonio Raggi, di 19 anni, detto Tonio con gli occhiali, Federico D’Addiego, di 19, Simona Morea, di 20, incensurata, che ha accompagnato Ivan Caldarola nelle fasi preparatorie e antecedenti l’incendio, Giovanni Claudio Cassano, di 24, Vito Lamanuzzi, di 24, e Antonio Raggi, di 19, detto Il Biondo.

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