Tour del Gusto

La cucina è donna, specie in televisione

Barbara Politi

Per prima fu la Sora Lella in un programma del 1967

Cuciniere, chef, blogger, gastronome. Donne e cucina, madri e fornelli. Il binomio profuma di storia e di evoluzione. Facile intuizione, se pensiamo che il primo atto naturale ad avvenire con l’allattamento è proprio il nutrimento. La “cura” della tavola caratterizza da sempre la complessa relazione tra donna e cibo perché - come ricorda Giuseppina Muzzarelli, ordinaria di Storia Medievale presso il Dipartimento di Storia Culture Civiltà dell’Università di Bologna - «le donne in cucina hanno saputo curare, nutrire, aggiustare relazioni, avvalendosi degli strumenti del sapere e dei saperi legati al cibo per agire». La madre nutre il figlio, cucina per la famiglia, lavora nei campi e a casa. «Madre, moglie, santa, angelo del focolare, strega, guaritrice. Il ruolo femminile nel rapporto con il cibo, dal Medioevo e fino ai giorni nostri, è profondo e ricco di sfumature. Una relazione, quella fra le donne e il cibo, che a tutti pare scontata e che, invece, è molto più complessa di quello che si pensa», ha precisato la docente. Diciamo le cose come stanno. La cucina è nata con le donne, con chi dà origine alla vita; c’è, addirittura, chi conferisce loro l’appellativo di “padrone del gusto italiano”. Sono le mamme che preparano, che tramandano le ricette e le tecniche, che hanno sempre governato la casa, la campagna, figli e mariti in un quartier generale fatto di fuochi e padelle. La figura professionale della donna in cucina si rafforza nel corso dei secoli, fino a diventare predominante nel Rinascimento, con il lavoro nelle osterie e nelle locande, senza però mai ricevere il giusto riconoscimento. La difficoltà più grande, allora come oggi, è quella di conciliare l’attività lavorativa con la necessità di portare avanti le incombenze della famiglia. Si dovrà attendere la Rivoluzione francese prima che le donne vengano accolte come vere e proprie professioniste nelle cucine dei ristoranti, «anche se questa conquista sarà accompagnata da un salario minore e dal titolo di “mère” invece di chef, mettendo in secondo piano le abilità femminili», ha puntualizzato Paola Sartori, scrittrice e componente dell’AIFB (Associazione italiana Food Blogger). Le donne hanno sempre svolto un ruolo fondamentale nel mondo della cucina, svolgendo una funzione primaria nella storia della gastronomia in Italia e nel mondo. Sono cambiate le dinamiche e le aspettative perché sono mutati i tempi, «ma le donne hanno sempre svolto un’attività di primo piano», come sostenuto dalle esperte. Nel Neolitico, nelle civiltà egizia, greca e romana, nel Medioevo, così come nel Rinascimento, «con Caterina De ‘Medici che fu la prima a portare a corte diversi chef italiani che influenzarono la cucina francese», la donna è sempre protagonista. Qualche passaggio storico: Eugénie Brazier, nei tempi più moderni, è considerata la madre della cucina francese, la prima donna della storia a ricevere 3 stelle Michelin. In America, dove le star incontrastate della gastronomia sono proprio le donne-madri, ebbe un ruolo di primissimo piano negli anni Sessanta Julia Child, che per prima andò in televisione a parlare di buona cucina. Anche l’Italia però ha avuto le sue pioniere, merito di Pellegrino Artusi che riconobbe l’abilità delle donne, dedicando loro alcune ricette del suo libro. Questa sua concessione negli anni aprì a strada a grandi donne come Ada Boni, Amalia Moretti, Anna Gosetti della Salda. E a proposito di tv, se oggi possiamo guardare programmi di cucina come “La Prova del Cuoco” o “Masterchef”, secondo la Sartori, lo dobbiamo soprattutto ad Elena Fabrizi, meglio conosciuta come la “Sora Lella”, sorella di Aldo Fabrizi e cuoca nella sua trattoria in Campo De’ Fiori, che per prima nel 1967 «comparì nella trasmissione di Giulio Macchi “Linea contro linea” brandendo un grande coltello per sventrare un volatile e dando la sua ricetta del pollo alla romana». Come non menzionare, poi, Annie Feolde, prima cuoca italiana a ricevere le 3 Stelle Michelin in Italia. Di origine francese, venne a lavorare in Italia dopo aver sposato Giorgio Pinchiorri, un giovane e promettente sommelier che per primo introdusse la vendita del vino al bicchiere nel ristorante Enoteca Pinchiorri. «Dopo di lei tante altre donne si sono ritagliate un loro spazio nella ristorazione italiana e sono state insignite dalla guida Michelin: Nadia Santini, Luisa Marelli Valazza, Valeria Piccini», ha precisato la food blogger. Oggi, come ieri, per la stragrande maggioranza delle madri di famiglia la creatività e l’arte sono un esercizio quotidiano, impegnate come sono a inventarsi piatti che mettono d’accordo i gusti più disparati dei congiunti. Come non considerarle, quindi, le protagoniste indiscusse della storia della cucina? Il nostro omaggio oggi va a loro.

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