il progetto dell'Eni
Dal consiglio dei ministri l’«ok» a Tempa Rossa
Da Roma l’indicazione a superare il dissenso della Regione
Pamela Giufrè
Via libera al progetto Tempa Rossa. Il Consiglio dei Ministri ha infatti deliberato di superare il dissenso della Regione Puglia e di consentire la prosecuzione del procedimento per l’adeguamento delle strutture di logistica all’interno della Raffineria di Taranto, richiesto da Eni S.p.a., con specifico riferimento all’autorizzazione paesaggistica, a norma dell’articolo 14-quater, comma 3, della legge 7 agosto 1990, numero 241.
In una nota pervenuta da Palazzo Chigi si spiega che «la delibera tiene conto del fatto che il progetto costituisce un importante tassello nell’ambito delle opere strategiche previste dal piano degli interventi nel comparto energetico e che le opere previste sono già state oggetto di valutazione positiva sotto i profili della tutela ambientale e della sicurezza da parte delle competenti amministrazioni». Oltre però, il comunicato stampa relativo alla seduta del Consiglio dei ministri del 16 marzo scorso, non va. Si parla di «strutture di logistica» senza ulteriori specificazioni. Quel che è certo è che la loro collocazione è «presso la raffineria di Taranto». Non è dunque precisato se si tratta delle strutture logistiche necessarie ad Eni per stoccare il greggio proveniente da Tempa Rossa.
Alla sezione altre deliberazioni del documento relativo ai provvedimenti licenziati, non viene specificata la funzione di questi impianti. Il via libera dato dal Governo è invece piuttosto chiaro. Il termine “strutture logistiche” compariva anche in un altro comunicato stampa del Consiglio dei ministri datato 22 dicembre 2017 in cui si diceva testualmente che lo stesso Consiglio dei ministri aveva deliberato «il superamento della mancata intesa e il consenso alla prosecuzione del procedimento dell’istanza di autorizzazione per l’adeguamento delle strutture di logistica presso la raffineria di Taranto della società Eni Spa, in considerazione della grande rilevanza strategica dell’opera per le politiche energetiche nazionali».
Anche questo però non chiarisce se è sui due serbatoi e su di un tratto di conduttura funzionali al progetto Tempa Rossa che si vuole superare il «dissenso della Regione Puglia». È per questo che i parlamentari pugliesi del Movimento 5 Stelle ed il consigliere regionale di LeU, Cosimo Borraccino, in queste ultime ore sono intervenuti sull’argomento chiedendo chiarezza, anche di fronte ad una mancata reazione da parte della Regione Puglia che pure è interessata dalla vicenda in quanto la deliberazione dell’esecutivo permette di superare le osservazioni che la stessa ha presentato.
«A meno di una settimana dall’insediamento del nuovo Parlamento - scrivono i deputati M5S - il Consiglio dei ministri di un governo politicamente scaduto e fuori da ogni possibile controllo parlamentare, concede il disco verde all’adeguamento delle strutture di logistica presso la raffineria Eni di Taranto. Siamo al cospetto dell’ennesima scorrettezza contro il territorio e i cittadini. Questa volta - aggiungono i grillini - aggirando la volontà della Regione Puglia che aveva approvato una mozione del M5S contro il progetto, l’esecutivo nazionale segue lo stesso copione della delibera di dicembre 2017 e quello del rinnovo della Valutazione d’Impatto Ambientale, nonostante Eni non avesse ottemperato alla prescrizione sul monastero di Santa Maria della Giustizia».