Taranto, stop alla pulizia ai Tamburi. La dirigente Lato: «Temo per i bambini»

Valentina Castellaneta

Alla guida della «Vico-De Carolis» è preoccupata per il taglio dei fondi previsto dall’Aia: «Qui le polveri Ilva ci sono ancora»

Si dice «profondamente preoccupata» Giovanna Lato, dirigente scolastico dell’istituto comprensivo statale «Vico - De Carolis», per i tagli ai fondi per la pulizia delle aree e in particolare delle scuole al rione Tamburi di Taranto. Il servizio presente nell’Autorizzazione Ambientale Integrata concessa ad ex Ilva nel 2012, nella nuova rilasciata a luglio scorso non c’è.

«Mi chiedo – afferma la dirigente – come sia possibile. Perché la situazione qui non è cambiata, continuiamo ad avere le polveri che si depositano sui davanzali e all’interno della scuola e la produzione dell’acciaio non è stata fermata. Sarei ben contenta di riconoscere che qui le condizioni sono migliorate, che l’inquinamento non c’è più e non abbiamo più bisogno di questa pulizia straordinaria, ma così non è. Vorrei capire, quindi, sulla base di quali dati sia stata presa questa decisione dal Ministero, che ha condotto il Comune a revocare l’incarico».

L’amministrazione comunale, infatti, ha avviato l’iter per la revoca dell’affidamento alla società «Parente service» che si occupava della sanificazione delle aree esterne dall’accumulo di polveri rosse provenienti dallo stabilimento siderurgico. Svolgeva, quindi, la pulizia quotidiana e costante dei davanzali delle finestre, del cortile e dei giochi utilizzati dai bambini della scuola dell’infanzia e della primaria. Un servizio pagato dal Comune che poi otteneva il ristoro delle somme dalla fabbrica, ma, come detto, la nuova Aia del Governo Meloni non garantisce la copertura finanziaria. «Purtroppo - ha raccontato l’assessora comunale all’Ambiente, Fulvia Gravame, intervistata da Radio Cittadella – saltano diversi soldi e l’ufficio ha ritenuto di dover interrompere il rapporto con la società Parente. Questo ha un effetto drammatico sia a carico dei lavoratori che del quartiere. Chiaramente bisognerà trovare altre risorse, ma il Comune non ha i fondi per farsene carico. Bisognerà trovarle altrove, so che il sindaco aveva interessato più volte Acciaierie d’Italia e aveva anche chiesto al ministro Adolfo Urso, ad agosto scorso, di ripristinare questa prescrizione Aia, ma non ha avuto nessuna risposta. La cosa grave – ha sottolineato Gravame – è che questa prescrizione era presente in tutti i pareri, ma il ministero non se ne è interessato».

Una spesa complessiva, secondo quanto riportato dall’assessora, di circa 800mila euro l’anno, per la pulizia di cinque edifici scolastici, di cui due sono proprio a ridosso degli altoforni. Il plesso Deledda, in particolare, è sovrastato dai camini dell’acciaieria.

«Io – ha aggiunto la preside Lato – ieri sono venuta a conoscenza di questo decreto di revoca da parte del Comune dagli operai della ditta Parente, disperati per la perdita del lavoro. Sicuramente intraprenderò delle azioni per potermi opporre a questa decisione se sarà possibile, ho la responsabilità di tutelare la comunità scolastica, alunni e personale. Abbiamo un elevato numero di bambini asmatici che presentano poi malattie respiratorie. Abbiamo dovuto applicare diversi protocolli di somministrazione dei farmaci legati a questo genere di disturbi. Comprendo il procedimento di revoca del Comune – ha concluso – perché se non riceveranno più ristori ambientali ovviamente non hanno i fondi e i finanziamenti, ma credo che sia opportuno e fondamentale trovare una soluzione».

Oggi, intanto, il sindacato Cobas ha annunciato un presidio a partire dalle ore 10,30 per mostrare l’importanza del lavoro svolto dagli operai.

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