L'indagine
Fatture false e società-fantasma a Taranto: dopo il maxisequestro da 3,4 mln 2 imprenditori ai domiciliari e 4 commercialisti interdetti
Arrestati gli imprenditori Francesco Di Lecce e Vito Daniele. Al centro dell’inchiesta una rete che avrebbe consentito evasione fiscale e indebita percezione di finanziamenti pubblici, legati anche a fondi Pnrr
Arresti domiciliari per due imprenditori e l'interdizione per quattro commercialisti. Il giudice Rita Romano ha accolto le richieste cautelari avanzate dal procuratore aggiunto Enrico Bruschi al termine dell'inchiesta condotta dalla Guardia di Finanza di Taranto che nei giorni scorsi ha portato al sequestro di beni per 3,4 milioni di euro.
In queste ore i finanzieri del Nucleo di Polizia Economico finanziario di Taranto, agli ordini del tenente colonnello Marco Salvatore Tannoia stanno eseguendo l’ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip Rita Romano: ai domiciliari è finito l'imprenditore massafrese Francesco Di Lecce, assistito dall'avvocato Gaetano Vitale, accusato di essere l'amministratore di fatto di decine di società “cartiere” che avrebbero emesso fatture per operazioni inesistenti consentendo alle tre società incriminate di evadere le imposte: era Di Lecce, secondo l'accusa, a sovrintendere alla costituzione e alla gestione delle società “fantasma”. Domiciliari anche per Vito Daniele, 57enne di Mottola assistito dagli avvocati Raffaele Errico e Pietro Paolo Passarelli e legale rappresentante di Danieleambiente, Toralb e Inderal. Grazie alle fatture per operazioni inesistenti alle tre società di raccolta e trasformazione rifiuti è stato consentito di evadere iva e imposte dirette tra il 2017 e il 2022 e di generare crediti di imposta fittizi, tra cui «Industria 4.0» e «crediti per investimenti nel Mezzogiorno (Cim)», finanziati anche con risorse del Pnrr, per oltre 700mila euro complessivi.
Operazioni possibili anche grazie all’apporto di professionisti e il giudice ha infatti disposto l'interdizione dall'attività professionale per quattro commercialisti: il 53enne tarantino Gianluca Errico difeso dall'avvocato Rosario Orlando, il 50enne di Mottola Cosimo Lasigna difeso dall'avvocato Antongiulio Leuzzi, il 34enne di Martina Franca Gianluca Rinaldi e infine il 50enne di Mottola Michele D'Auria.
Complessivamente gli indagati sono 27, ma i sei sottoposti a misura devono difendersi dall'accusa di associazione a delinquere insieme con una settima indagata, Rosanna Digiorgio, moglie di Di Lecce. Secondo quanto ricostruito dalle fiamme gialle il gruppo aveva come promotore proprio Di Lecce, come organizzatore Vito Daniele e come partecipi gli altri cinque membri del gruppo: l'obiettivo era quello di organizzarsi per commettere reati di evasione fiscale e di indebita percezione di erogazioni pubbliche.