Arresti domiciliari per due imprenditori e l'interdizione per quattro commercialisti. Sono le richieste cautelari avanzate dal procuratore Enrico Bruschi al termine dell'inchiesta condotta dalla Guardia di Finanza di Taranto che ieri ha portato al sequestro di beni per 3,4 milioni di euro. Il decreto firmato dal gip Alessandra Rita Romano ha travolto un presunto sodalizio criminale che, con la complicità di imprenditori e consulenti, avrebbe utilizzato fatture per operazioni inesistenti per oltre 9 milioni di euro.
Le condotte contestate avrebbero consentito a tre società di raccolta e trasformazione rifiuti - Danieleambiente, Toralb e Inderal - di evadere iva e imposte dirette tra il 2017 e il 2022 e di generare crediti di imposta fittizi, tra cui «Industria 4.0» e «crediti per investimenti nel Mezzogiorno (Cim)», finanziati anche con risorse del Pnrr, per oltre 700mila euro complessivi.
Ai domiciliari rischia di finire l'imprenditore massafrese Francesco Di Lecce, assistito dall'avvocato Gaetano Vitale, accusato di essere l'amministratore di fatto di decine di società “cartiere” che avrebbero emesso fatture per operazioni inesistenti consentendo alle tre società incriminate di evadere le imposte: era Di Lecce, secondo l'accusa, a sovrintendere alla costituzione e alla gestione delle società “fantasma”. Domiciliari richiesta dalla procura anche per Vito Daniele, 57enne di Mottola assistito dagli avvocati Raffaele Errico e Pietro Paolo Passarelli e legale rappresentante di Danieleambiente, Toralb e Inderal.
L'interdizione dall'attività professionale è stata invece richiesta per quattro commercialisti: il 53enne tarantino Gianluca Errico difeso dall'avvocato Rosario Orlando, il 50enne di Mottola Cosimo Lasigna difeso dall'avvocato Antongiulio Leuzzi, il 34enne di Martina Franca Gianluca Rinaldi e infine il 50enne di Mottola Michele D'Auria. Tutti e sei devono difendersi dall'accusa di associazione a delinquere insieme con una settima indagata, Rosanna Digiorgio, moglie di Di Lecce. Secondo quanto ricostruito dalle fiamme gialle il gruppo aveva come promotore proprio Di Lecce, come organizzatore Vito Daniele e come partecipi gli altri cinque mebri del gruppo: l'obiettivo era quello di organizzarsi per commettere reati di evasione fiscale e di indebita percezione di erogazioni pubbliche. Nel registro degli indagati finite complessivamente 27 persone fisiche e la stessa Danieleambiente.
Per i sei indagati che richiano l'applicazione della misura cautelare, il gip Romano ha fissato l'interrogatorio preventivo il prossimo 24 settembre: in quella occasione imprenditori e commercialisti potranno decidere di rispondere alle domande del magistrato e fornire la propria versione dei fatti oppure avvalersi della facoltà di non rispondere. Al termine il gip Romano dovrà decidere se accogliere o meno le richieste del procuratore aggiunto Bruschi.















