Beni e disponibilità finanziarie per un valore di oltre 3,4 milioni di euro sono stati sequestrati dai militari del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Taranto sulla base di un decreto emesso dal gip su richiesta della Procura della Repubblica ionica. Il provvedimento riguarda una società a responsabilità limitata e sei imprenditori e consulenti indagati per frode fiscale e truffa aggravata; per alcuni è ipotizzato anche il vincolo associativo. Nei loro confronti sono state chieste sei misure cautelari.
L’operazione è l’esito di indagini su un presunto sodalizio criminale operante nella provincia, che, con la complicità di imprenditori e consulenti, avrebbe utilizzato fatture per operazioni inesistenti per oltre 9 milioni di euro. Le condotte contestate avrebbero consentito a tre società di raccolta e trasformazione rifiuti - successivamente incorporate in un’unica azienda - di evadere IVA e imposte dirette tra il 2017 e il 2022 e di generare crediti di imposta fittizi, tra cui Industria 4.0 e crediti per investimenti nel Mezzogiorno (Cim), finanziati anche con risorse del Pnrr, per oltre 700mila euro complessivi.
Il Giudice per le indagini preliminari ha disposto il sequestro preventivo anche per equivalente, esteso a beni mobili, immobili e disponibilità finanziarie riconducibili alla società e agli altri indagati. Contestualmente, sei persone sono state convocate per interrogatorio preventivo nell’ambito della richiesta di misure cautelari personali avanzata dalla Procura.