Il caso
Taranto, l’impianto sotterraneo per i rifiuti è pronto da un anno ma non parte
Il sistema pneumatico doveva essere la rivoluzione nel quartiere Salinella. L’assessora Gravame: «Ci sono problemi». Preoccupazione tra i residenti
«Abbiamo paura che il centro di raccolta pneumatica resti una cattedrale nel deserto». Il comitato circoscrizionale del quartiere Salinella è impaziente e vuole risposte da Kyma Ambiente sui tempi di partenza dell’impianto per il trasporto pneumatico dei rifiuti.
«Per ora – ha risposto alla Gazzetta l’assessora all’ambiente, Fulvia Gravame – l’impianto non parte perché ci sono dei problemi. La buona notizia è che il Ccr, il centro di raccolta accanto partirà presto e sarà possibile conferire lì molti tipi di rifiuti, perfino toner e materiale edilizio in piccole quantità, in modo da aiutare le famiglie a fare la differenziata». Non si comprende, insomma, se il problema sia tecnico, economico o amministrativo.
Eppure i cittadini hanno il terrore che, quell’impianto che per Taranto avrebbe dovuto essere un modello di innovazione, si possa trasformare in un’opportunità sprecata.
«I lavori – spiega il presidente Nicola Raffo – sono terminati più di un anno e mezzo fa e da allora non si è saputo più niente. Noi chiediamo alla partecipata delle spiegazioni. Siamo preoccupati dagli odori che qualche volta sentiamo uscire da qui. Abbiamo bisogno di sapere a chi è destinato, se partirà o no. Perché ci sono arrivate notizie di nastri trasportatori rotti dalla risalita dell’acqua della Salina e vogliamo risposte. Pretendiamo di avere informazioni anche sulla capienza degli impianti, se i lavori sono veramente ultimati. Soprattutto vogliamo capire se con l’impianto in funzione riusciremo finalmente a non avere i più i topi in giro per il quartiere».
I residenti lamentano due anni di sacrifici e strade bloccate per i lavori di installazione dell’impianto partiti a settembre del 2021. Nei piani del Comune l’impianto avrebbe dovuto coprire 12mila tarantini e consentire di raccogliere la differenziata per ben 5mila tonnellate di rifiuti all’anno. Sono 28 le postazioni in rete distribuite nel quartiere Taranto 2, nella fascia compresa tra viale Magna Grecia e viale del Rinascimento, qualcuna anche nel quartiere Salinella, dove dovrebbe essere possibile conferire i rifiuti differenziati, aspirati poi sottoterra a 70 chilometri orari, finendo nell’impianto centrale, per poi essere destinati agli impianti di recupero. Ma oggi sono soltanto degli ingombri che, in qualche caso, raccolgono cicche di sigarette. «Parliamo – continua Raffo – di un futuro di cui non si hanno notizie. Perché oggi viviamo in un quartiere pieno di rifiuti, in cui non riusciamo più ad andare avanti. Non c’è chiarezza, anche perché qui sono stati spesi dei soldi pubblici. Ci sono arrivate delle voci che parlano di una forza lavoro che non è stata formata per fare questo tipo di attività. Io sono nato in questo quartiere e ricordo che nel punto dove sorge l’impianto ci venivamo a giocare perché si formavano i laghi e c’era acqua ovunque. Hanno fatto l’impianto proprio in questo punto. Non metto in discussione l’opera pubblica e ingegneristica, ma i dubbi possono venire. Per questo chiediamo di essere resi partecipi».
L’impianto fu realizzato con i fondi Por della Puglia 2014 -2020. Per una spesa di quasi 10 milioni di euro e sarebbe dovuto partire entro ottobre del 2024. Kyma Ambiente avrebbe dovuto metterlo in moto contestualmente alla partenza della raccolta differenziata. Ora il Comune di Taranto sta discutendo con la partecipata dei rifiuti del nuovo contratto di servizio che dovrebbe partire entro la fine dell’anno, ma pare di capire che l’impianto della Salinella non sarà nella lista delle cose da fare.