il fenomeno
Caro vacanze, non solo Salento: nel Tarantino ombrellone e due lettini fino a 68 euro al giorno
Un’indagine sui costi negli stabilimenti della provincia ionica. Il presidente del Sib: «Si demonizzano sempre i lidi, ma quanto una giornata in montagna o sulle piste da sci?»
Fino a 68 euro per un ombrellone e due lettini, 70 nel weekend, 80 per il giorno di Ferragosto. Questo è il costo massimo a cui si arriva per un ingresso giornaliero negli stabilimenti balneari di Taranto e provincia. Con l’estate ormai nel vivo, il costo di una giornata al mare è tornato da giorni al centro del dibattito , soprattutto in alta stagione, quando la domanda cresce e i listini cambiano.
Il versante occidentale della provincia, parliamo di Castellaneta Marina, resta il più accessibile: qui i prezzi medi si aggirano sui 30-32 euro per la combinazione classica di ombrellone e due lettini, con qualche riduzione se si opta per la formula lettino e sdraio. Negli stabilimenti all’interno del capoluogo ionico si possono toccare i 36 euro, mentre ridiscendendo il versante orientale i costi aumentano sensibilmente. In alcuni stabilimenti di Marina di Leporano i listini partono dai 55 euro della quinta fila e raggiungono i 60 nei giorni feriali in prima fila, per poi salire al record provinciale di 70 nei festivi e fino a 80 a Ferragosto. Non è da meno Marina di Pulsano, con cifre comprese tra i 63 e i 68 euro per due ingressi, ombrellone e due lettini, a seconda della vicinanza o meno al bagnasciuga. Poco più avanti, nell’area di Maruggio e Campomarino, costi ancora alti: si parte da a 40 euro per un posto nelle file più arretrate sino ad arrivare a 64 euro nelle prime file.
Vincenzo Leo, presidente del Sib, Sindacato Italiano Balneari di Taranto, invita a guardare la questione con equilibrio: «Qual è il prezzo giusto? È una domanda alla quale non si può rispondere in modo assoluto. Bisogna capire il contesto di uno stabilimento, i servizi che vengono offerti, e ricordare che spesso il cliente usufruisce gratuitamente di comodità che hanno comunque un costo per il gestore. Direi che, in alta stagione e in prima fila, un prezzo accettabile potrebbe essere quello di 50 euro: le tariffe rispecchiano il periodo di massima domanda».
L’accesso giornaliero, però, non è sempre garantito. Molti stabilimenti danno la precedenza agli abbonati stagionali, riservando solo poche postazioni agli ingressi occasionali. Una scelta legata alla fidelizzazione del cliente e alla sicurezza di un incasso costante per tutta la stagione, ma che in alcuni casi complica l’accesso ai clienti giornalieri. «Il prezzo di un abbonamento, diluito, è molto più basso rispetto alle tariffe giornaliere – commenta Leo –, poi è chiaro che qualche sforamento esiste, ma va detto che i colleghi del Sib offrono spesso servizi gratuiti che altrove si pagano».
A pesare sul dibattito non ci sono solo le tariffe, ma anche la questione della ristorazione. L’ordinanza balneare regionale consente l’ingresso di cibi e bevande portati da casa, ma molti operatori lo considerano un punto critico. «Noi paghiamo per aprire bar e ristoranti – sottolinea Leo –. Sarebbe corretto lasciare al gestore la scelta se consentire o meno questa possibilità, anche per ragioni di gestione dei rifiuti. Non mi sembra molto giusto che la Regione autorizzi senza condizioni».
Il presidente del Sib invita infine a guardare il quadro più ampio: «Taranto è allineata al resto della Puglia, ma si fa sempre riferimento al Salento, dove una giornata può costare anche 100 euro, con servizi differenti». La provocazione alla fine: «In Italia è facile demonizzare i lidi, ma quanto costa per una famiglia una giornata in montagna o sulle piste da sci?».