i nodi dell'acciaio

Ex Ilva, Emiliano: «Silenzio inopportuno del M5s. La nave rigassificatrice? Problema superabile»

«Serve un compromesso che il ministro Urso ci sta offrendo. Siamo ad un passo dalla firma del protocollo o dal fallimento»

«Il Partito Democratico sia pure con molta cautela per non creare interferenze sugli altri partiti dell'opposizione, ha sostenuto il sindaco di Taranto, ha sostenuto me e ha sostenuto il Presidente della Provincia di Taranto. C'è invece un silenzio, direi inopportuno, dei Verdi e del Movimento 5 Stelle, il quale Movimento 5 Stelle era al Governo con Draghi che ha finanziato i forni a tecnologia DRI per la prima volta con il PNRR. Dunque alla decarbonizzazione ci erano arrivati. Ci siamo bloccati sulla questione della nave rigassificatrice che è diventato un totem». Lo ha dichiarato questa mattina il presidente della regione Puglia Michele Emiliano nel corso di un’intervista in diretta su Radio Rai 1 sul tema dell’ex Ilva di Taranto, rispondendo alle domande del giornalista Raffaele Roselli.

«Bisogna spiegare - ha proseguito - che la rigassificazione significa solo riscaldare il gas per farlo dilatare e poterlo utilizzare, niente di più. Non è un impianto inquinante, semmai presenta pericolosità, come tutti gli impianti che gestiscono il gas. Ma anche questo totem è stato superato. Gli approfondimenti tecnici effettuati ci consentirebbero nel tempo di far arrivare in altri modi il gas necessario alla completa decarbonizzazione, un processo che dura sette/otto anni e non si raggiunge dall'oggi al domani come qualcuno potrebbe pretendere».

«Già adesso due miliardi e mezzo di metri cubi di gas arrivano con la rete on shore, cioè con pipeline e gasdotti, e questo quantitativo può aumentare considerevolmente nel tempo, come ci ha confermato SNAM. Rispetto ai gasdotti, le navi rigassificatrici sono più versatili dal punto di vista commerciale, perché consentono di approvvigionarsi del gas in maniera più veloce e a prezzi più convenienti. Però rischiano di bloccare un porto che invece deve svilupparsi».

«Quindi - ha concluso - serve un compromesso che il ministro Urso ci sta offrendo. Siamo ad un passo dalla firma del protocollo o dal fallimento. É necessario che tutte le forze politiche ci dicano quello che pensano. Non so se le dimissioni del sindaco Bitetti possano rientrare. Però è chiaro che lo stesso Sindaco non può risolvere da solo un problema al Governo e a tutti i partiti dell'opposizione, non può confrontarsi fisicamente senza le giuste tutele delle forze dell'ordine con un gruppo di persone che soffre nella propria carne un dolore non gestibile da nessuno. I sindaci sono uomini normali e possono anche non riuscire a non sostenere un peso del genere».

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